Eleonora Barbieri
da Milano
Lisola di Brownsea, nel Sud dellInghilterra, è già pronta a dare il via ai festeggiamenti, in programma per il primo agosto dellanno prossimo. Qui, infatti, nel 1907 Lord Robert Baden-Powell ha realizzato il primo campo scout estivo della storia, dando vita a un movimento che, da allora, ha coinvolto 400 milioni di giovani di tutto il mondo. Oggi, alla vigilia dei suoi primi cento anni, lo scoutismo è presente in 216 paesi del pianeta e sono 38 milioni i ragazzi e le ragazze, fra gli otto e i 21 anni, che hanno pronunciato la «promessa» scout.
Molti, oltre cinquemila, hanno appena riempito le piazze delle città italiane per il «Roverway 2006»: la manifestazione, nata nel 2003 in Portogallo, si è conclusa il 14 agosto a Loppiano, alle porte di Firenze, dopo otto giorni trascorsi lungo un centinaio di «routes» allinsegna del Rinascimento fiorentino.
Sono arrivati da tutta Europa e, anche, da Taiwan, Messico, Israele e Palestina per portare i colori dei loro gruppi scout fino in Italia. Nel nostro paese la tradizione è particolarmente radicata: la Federazione italiana scout raccoglie quasi 200mila giovani, la maggior parte dei quali (circa 177mila) appartiene allAgesci, lAssociazione guide e scout cattolici italiani, nata nel 1974 dalla fusione fra lAssociazione cattolici italiani, fondata nel 1916 e lAssociazione guide italiane (sorta nel 1943) e che, agli ideali di Baden-Powell, aggiunge anche quello, centrale, della fede cristiana. Laltro movimento nazionale, di stampo «laico», è il Cngei (Corpo nazionale dei giovani esploratori italiani), che detiene il primato di anzianità, perché è stato creato nel 1912.
Da allora, moltissimi ragazzini sono cresciuti fra riunioni settimanali e campi estivi, fazzolettoni e guidoni, fedeli alla promessa e alla Legge, un decalogo di comandamenti che esprime i valori fondamentali dello scoutismo, così come è stato concepito dal suo fondatore: formare dei «buoni cittadini mondiali», educando i giovani allautonomia e alla responsabilità. Doti che, secondo il metodo di Baden Powell, si sviluppano in comunità e, soprattutto, attraverso il rapporto singolo fra lo scout e il suo capo. Il Lord inglese, ex Luogotenente generale del regno ed eroe della guerra anglo-boera, dopo aver abbandonato la carriera militare aveva deciso di dedicarsi soltanto ai ragazzi: perché, per avere successo ed essere felici nella vita, il modo migliore è «rendere felici gli altri». Di qui la centralità del «servizio» e della disponibilità, senza però dimenticare che il vero scout si forma anche attraverso il gioco (per i lupetti del branco, lispirazione è il Libro della giungla di Kipling) e lavventura e, poi, attraverso la «vita da clan», quella che può legarti al gruppo anche negli anni successivi alla «partenza», per chi decide di entrare a far parte della comunità-capi (tutti volontari).
In continenti come lAsia e lAfrica, gli scout sono sempre più numerosi. In Francia, dopo un calo negli anni 90, lanno scorso le adesioni sono aumentate del 3,5%. «Nonostante lEuropa sia sempre più vecchia - spiega Eduardo Missoni, segretario generale dellOrganizzazione mondiale del movimento scout (Woms) - i numeri sono in leggera crescita. In Italia, nel 2006, si è registrato un 2% in più di iscritti. In ottobre sarà pronto il primo Rapporto mondiale sul mondo degli scout: vogliamo sottolineare le problematiche aperte ma, anche, il contributo attivo nella società».
Nel frattempo, lattesa è tutta per il Jamboree 2007, il grande raduno che si terrà a Chelmsford, a cinquanta chilometri da Londra, per celebrare i cento anni degli scout.
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