da Teheran
In caso di attacco americano o israeliano ai suoi siti nucleari, lIran colpirà «32 basi Usa» nella regione e «il cuore di Israele». Stavolta a fare da portavoce alle minacce militari iraniane è Mojtaba Zolnur, vice rappresentante della Guida suprema, layatollah Ali Khamenei, allinterno del famigerato corpo dei Guardiani della rivoluzione. Lavvertimento contro la presenza militare Usa in Medio Oriente non è nuova, solo che stavolta viene quantificata con un numero esatto: 32.
Il braccio di ferro tra la Repubblica islamica e lOccidente sul controverso programma nucleare di Teheran si svolge ormai a ritmi serrati. Gli ultimi giorni hanno visto parole rincorrersi ad atti di forza. Allavvertimento sulla messa «a ferro e fuoco di Tel Aviv» se attaccati, i Pasdaran hanno fatto seguire manovre nel Golfo, durante le quali sono stati testati alcuni missili tra cui una versione aggiornata dello Shahab-3, in grado di raggiungere il territorio israeliano.
Non è difficile leggere dietro tali provocazioni e retorica il nervosismo che serpeggia allinterno del regime per le forti pressioni internazionali. Prova, invece, a camuffarlo il ministro degli Esteri, Manuchehr Mottaki, il quale ieri si è detto convinto che sia Washington che Tel Aviv «non hanno le capacità di affrontare una nuova crisi» nella regione.
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