La serie «Alubrid» anticipa il futuro

La serie «Alubrid» anticipa il futuro

Scafi in alluminio semidislocanti realizzati con tecnologie avanzate e dotati di sistema di propulsione ibrida. L'innovativa flotta nata dall'abilità progettuale di Sergio Cutolo segna un passo importante nell'evoluzione del concetto di navigazione, sempre più legata ai bisogni di un armatore attento ai consumi e alla salvaguardia ambientale, senza rinunciare a sicurezza e prestazioni. Queste le qualità che saltano della nuovissima serie «Alubrid». Sei scafi - da 25, 30, 35, 40 (in costruzione), 46 metri e 65 metri - appositamente pensati di diverse dimensioni per andare a coprire i bisogni di molti armatori per utilizzi totalmente personalizzati - avranno nella costruzione in alluminio, nella carena semidislocante e nella prua verticale i loro tratti comuni.
Le linee della serie «Alubrid» esaltano la modernità essendo estremamente filanti e fluide e creano una visione armonica dell'insieme che ben si sposa con l'idea che sottende alla filosofia del progettista che voleva imbarcazioni sicure, dai pesi contenuti per ottimizzare consumi e prestazioni, capaci di spostarsi velocemente, ma nello stesso tempo accoglienti per l'armatore e i suoi ospiti, grazie anche alle importanti volumetrie interne e alle loro larghezze, ma anche alla possibilità di navigare in modalità totalmente diesel-elettrica.
Il primo esemplare in costruzione nei cantieri Palumbo è il «130 SportHybrid» del quale Cutolo ha curato l'architettura navale e le linee esterne. Grazie alla sua carena particolarmente performante a tutte le andature. Questo concentrato di tecnologia potrà raggiungere 24 nodi di velocità massima mentre, una volta azionati i propulsori elettrici da 60 kW per asse, si otterrà una velocità di circa 7,5 nodi, per la quale si può stimare fin da ora un consumo di circa 30 litri/ora, pochissimo per una barca di quasi 40 metri.
Oltre alle sue indiscutibili qualità di navigazione e tecniche il «130 SportHybrid», sviluppato su 3 ponti, si caratterizzerà per un'abitabilità eccezionale, ricavata in primo luogo dallo sfruttamento delle ampie volumetrie che regaleranno comfort aggiuntivo agli otto fortunati ospiti, senza però appesantire la linea filante e slanciata dell'imbarcazione.
Sergio Cutolo non è nuovo a questo tipo di progettazione e l'essenza della serie «Alubrid» si rifà proprio alla sue personale storia di professionista. La sua grande esperienza nasce a metà degli anni '80 quando entra in Baglietto fino a diventare capo dell'ufficio tecnico di Varazze partecipando alla progettazione di yacht che hanno fatto la storia della nautica moderna, realizzati in lega leggera ed estremamente veloci. Poi negli anni '90, quando è vice direttore tecnico dei Cantieri Navali Rodriquez di Messina, cantiere all'avanguardia nella costruzione di traghetti veloci e nell'utilizzo dell'alluminio. Oggi Cutolo, con la sua Hydro Tec, fondata nel 1995, società di ingegneria navale, con sede a Varazze (Savona), è uno dei pochi ingegneri e designer in Italia che riesce a sviluppare e a consegnare al cliente un progetto navale completo: dallo scafo all'ingegneria di bordo, dagli allestimenti esterni alla progettazione degli impianti, al nesting delle lamiere.

Senza dimenticare quello che attira al primo impatto i futuri armatori guardando un'imbarcazione, cioè le forme, le linee esterne e le compartimentazioni.
Competenze vastissime, consentono alla sua società di affrontare i molteplici aspetti della costruzione di una nave.

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