Settis, Pompei e i tagli: tutti i nodi di Sandro

Tra le questioni che hanno fatto discutere maggiormente in ambito politico-culturale nelle ultime settimane c’è stata la conferma da parte del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, di Salvatore Settis alla presidenza del Consiglio superiore dei Beni Culturali. Il professor Settis (nominato dalla precedente maggioranza di centro-sinistra) aveva infatti criticato a più riprese le scelte del nuovo esecutivo di Centro-destra. Il caso si è aperto il 4 luglio quando Settis è intervenuto sulle pagine del Sole 24Ore criticando l’operato dell’esecutivo e protestando per i tagli previsti per i Beni Culturali nel Decreto legge sull’Ici e nel Decreto economico-fiscale 112. Nonostante questa «esternazione» il ministro Bondi ha incontrato Salvatore Settis il 9 luglio e gli ha chiesto di «proseguire nella sua opera in favore della tutela del patrimonio culturale nazionale e del paesaggio italiano in qualità di presidente del consiglio superiore dei beni culturali». Bondi ha anche sottolineato di non avere mai «modificato in nessuna sede» il proprio giudizio sull’operato di Settis e di non avere «mai messo in dubbio la legittimità di esprimere liberamente le proprie opinioni per il presidente del consiglio superiore dei Beni culturali». Dopo l’incontro chiarificatore i rapporti tra il ministro e il presidente sono rapidamente diventati più distesi e si sono improntati alla fattività.

Soprattutto per guanto riguarda l’intervento d’urgenza per risolvere lo stato di degrado degli scavi di Pompei. La scelta del ministro di nominare un super commissario per gli scavi è stata subito approvata anche da Settis: «Può essere molto utile».

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