«Si può risparmiare molto Ma dipende dalla durata»

Grazie allo strumento della surroga, le famiglie italiane non sono più costrette a rimanere legate alla banca con cui hanno sottoscritto il mutuo. Al contrario possono «traslocare» il finanziamento su un altro istituto che offra condizioni più vantaggiose. Chiediamo a Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline, quali sono i casi in cui trasferire il mutuo conviene di più? «La condizione generale è avere un mutuo con durata residua consistente rispetto al totale. Con il procedere del rimborso la quota capitale di ogni singola rata, infatti, aumenta e quindi il beneficio della riduzione dei tassi è inferiore. Poi bisogna valutare le condizioni del vecchio finanziamento, è vero che i tassi sono ai minimi storici ma c’è anche chi ha prodotti variabili con spread più contenuti di quelli richiesti oggi».
I mutui sottoscritti in quali anni sono oggi con ogni probabilità surrogabili con notevoli vantaggi?
«Tra il 2000 e il 2001 i tassi fissi medi erano attorno al 7,5%-8%, tanti hanno già sostituito questi mutui ma per chi non l’avesse ancora fatto è il momento di valutare il passo: anche se sono a 30 anni passare al 4% di oggi porta un risparmio notevole. Simile la situazione nel 2002 quando i tassi erano al 6% e dal 2002 al 2005, anni in cui hanno oscillato tra il 5 e il 6 per cento. Nel 2008 i tassi sono saliti sopra il 6%, oggi è possibile ottenere un mutuo fisso più basso di due punti percentuali».
E per i variabili? Quale è uno spread corretto?
«La valutazione va fatta partendo dal variabile che si sta pagando. Gli spread sono oggi in media pari all’1,20-1,30% a seconda delle diverse durate. Le offerte migliori sono invece a 1,10-1,20%, ora c’è molto più scaglionamento anche in termini di durata, con spread crescenti».
É meglio scegliere i prodotti a tasso fisso o quelli variabili?
«Dipende dalla prospettiva economica di ciascuno e dallo stato d’animo. Il fatto che è possibile sottoscrivere un fisso al 4% risolve molti problemi; è un buon modo per mettersi tranquilli con la certezza di pagare poco. I variabili nell’arco di alcuni anni si porteranno sicuramente su valori molti diversi dagli attuali, ma per chi ha un reddito consistente rispetto alla rata, potrebbe essere la scelta giusta».
E le offerte con il cap o a «rata costante»?
«Viste le attuali condizioni di mercato, difficilmente sono una soluzione conveniente. Il consiglio vale, soprattutto, per i prodotti a rata costante perché chi li sottoscrive, dato che i tassi di interesse sono oggi ai minimi storici, è destinato a vedere allungarsi la durata del proprio finanziamento in parallelo al previsto rialzo del costo del denaro: mutui trentennali così costruiti potrebbero alla fine rivelarsi di 40 anni. Una soluzione interessante è però il Mutuo Arancio a rata costante proposto da Ing Direct: si tratta di un prodotto che per i primi 10 anni è a tasso fisso. Il meccanismo variabile scatta solo dopo, quando si è già rimborsata la gran parte del capitale». (Al momento della stipula Ing Direct fissa inoltre un termine oltre il quale il mutuo non può prolungarsi).
Però chi fa una surroga, rischia che i tassi si rialzino prima che la banca chiuda l’operazione...
«É vero.

L’analisi della dinamica dei mercati dimostra però che le eventuali variazioni saranno comunque infinitesime. In una tempistica normale di uno o due mesi, l’impatto sul mutuo è destinato a restare molto basso: per estrema prudenza si può già fare il calcolo del peso delle rate con 10 o 20 centesimi di punto in più».

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