Le siepi, un rifugio ambientale

Massimo Marracci

Dell’importanza delle siepi campestri per la fauna selvatica si è parlato tanto e gli addetti ai lavori ne sono perfettamente a conoscenza. Si tratta inoltre di un intervento di miglioramento ambientale tra i più realizzati in zone di pianura tramite le risorse investite direttamente dagli Atc oppure derivanti dai contributi provinciali in buona parte costituiti dai ristorni regionali sulle tasse pagate annualmente dai cacciatori per esercitare la loro attività. L’Anuu Migratoristi ha illustrato ampiamente la materia, anche in relazione alla recente riforma di medio termine della Pac e ai relativi Piani di sviluppo rurale nazionali e regionali, nella sua ultima pubblicazione La caccia e i cacciatori oggi: una risorsa per l'ambiente e per la società.
L'ultimo esempio consiste nella ricostituzione di siepi in ambito semiurbano, nel Parco delle cave che si trova nella zona nord-ovest di Milano. Conformato come un continuum di aree verdi ancora semirurali nel senso che, oltre ai prati tipici dei giardini pubblici, vi sono anche piccoli appezzamenti tuttora coltivati a prato stabile e a cereali, il Parco delle Cave si caratterizza proprio per la presenza di specchi d’acqua piuttosto ampi un tempo adibiti a cave e circondati da macchie boschive e prati attraversati da rogge.
Lungo questi corsi d'acqua, i gestori dell’area hanno proceduto a piantumare folte siepi con essenze autoctone e produttrici di bacche. È stato sufficiente andare a fare due passi lungo tali siepi per verificare l’abbondanza di uccelli intenti alla pastura: merli, tordi bottacci, storni e molti altri passeriformi, in densità quasi inverosimili considerando anche che, intorno, vi sono sentieri pedonali sui quali tante persone passeggiano, fanno jogging, pedalano in bici.

Se poi consideriamo i voli di germani reali, folaghe, gallinelle d'acqua nelle cave, i colombacci sui ben disposti boschetti di bagolari delle cui bacche sono golosi, i fagiani negli sporchi più fitti e le cornacchie grigie a passeggio fra la gente, ce n'è abbastanza per credere di trovarsi in aperta campagna. Si tratta quindi di un parco cittadino intelligentemente gestito. Questo è ciò che vorremmo accadesse anche con i territori a caccia programmata.

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