Quindici anni fa minacciavano sfracelli. Oggi i sindaci di sinistra che piacciono alla gggente sono una specie politica in via di estinzione. A decretarne la fine, certificata dallultimo posto (il 105°) per il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, cè la questione morale che sta dilaniando il Pd, la bufera giudiziaria che si è abbattuta sulle giunte rosse, la pessima gestione di alcuni primi cittadini (che infatti meditano, o magari hanno già deciso di non ricandidarsi) e lavanzata della nuova razza: i sindaci di destra. Su tutti il primo cittadino di Verona Flavio Tosi e quello di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti. Secondo il sondaggio Ipr Marketing del Sole24Ore di ieri, sono loro i sindaci più amati dai loro cittadini, con percentuali bulgare. Lesponente leghista vanta anche il record di migliore performance dalle elezioni a oggi: quasi quindici punti percentuali, dal 60 al 75%, grazie a un po di «buon senso nella gestione della macchina pubblica», sottolinea Tosi, e al rispetto del programma elettorale. «Oggi Verona è più sicura, più ordinata e più pulita». Saldamente in testa, secondo 3 reggini su 4 che hanno premiato Scopelliti, che già partiva da un consenso monstre del 70% di elettori. A destra sembra confermarsi dunque una nuova stagione politica, fatta di sindaci neanche quarantenni ma già amatissimi. Come quello di Parma Pietro Vignali (13° col 62%) o il novarese Massimo Giordano (15º con il 60%). Bene anche il lumbard Attilio Fontana a Varese (27º al 58%) e il ragusano Emanuele Di Pasquale (15º con il 60%), che ha guadagnato sette punti dalla sua elezione.
Nel trio di testa cè il Pd Sergio Chiamparino, un mandato in scadenza nel 2011 e la testa già rivolta a Roma. Non a caso il sindaco del capoluogo piemontese è in aperto conflitto con il Pd romano, tanto che con gli altri amministratori del Nord ha già detto di volersi affrancare dalle logiche veltroniane, e solo pochi giorni fa ha rivendicato mani libere su programmi e alleanze. Al quarto posto spunta laltro Pd Vincenzo De Luca, che le mani libere da Roma se le è guadagnate sul campo, resistendo alle pressioni dei bassoliniani. A Salerno il sindaco conta su un gradimento del 70% e non sembra avere rivali in grado di contrastarlo.
Anche i sindaci Pdl di Roma e Milano viaggiano in crescita. Letizia Moratti a Milano (30ª con il 57%) è 5 punti avanti rispetto alla sua elezione e ben 9 rispetto alla rilevazione dello scorso anno, anche grazie alla conquista dellExpo e al braccio di ferro con il governo su Malpensa. Gianni Alemanno, al suo debutto sulla poltrona più alta di Roma, ha guadagnato un altro 2,3% rispetto al 53,7% grazie al quale ha conquistato il Campidoglio dopo 15 anni di strapotere Ds-Margherita.
I pezzi grossi del Pd galleggiano tra metà classifica e zona retrocessione. Maluccio il filosofo veneziano Massimo Cacciari (62º con il 53%), appena meglio il presidente dellAnci Leonardo Domenici, sceso al 55% (-11% rispetto alle urne), mentre crolla nei bassifondi la genovese Marta Vincenzi (87ª), già eletta per il rotto della cuffia, che vede il bicchiere mezzo pieno: «Dopo la bufera giudiziaria che ha investito questa amministrazione a maggio scorso - dice - ottenere un 50% di gradimento è elemento di fiducia». Chi fa spallucce è invece lex segretario della Cgil Sergio Cofferati, che ha già detto di non volerne sapere di ricandidarsi per stare con la sua famiglia. Stanno peggio gli amministratori (rossi) di Abruzzo, Campania e Calabria, le regioni più colpite dalle inchieste della magistratura. Al 99º posto cè il sindaco di LAquila Massimo Cialente (gradimento crollato al 47%), al 101º il collega di Chieti Francesco Ricci, fermo al 46%: più di 18 punti percentuali in meno rispetto al dato raccolto alle elezioni. Malissimo anche il molisano Giuseppe Di Fabio, che a Campobasso ha perso 13 punti percentuali. E infatti non si ricandiderà.
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