Merida dai capelli rossi cuore forte e sesso incerto

In Italia arrivano i due registi della nuova (e ambigua) favola della Pixar. Per il film invece dobbiamo aspettare il 5 settembre

Merida dai capelli rossi  cuore forte e sesso incerto

Dagli Usa politicamente corretti, dove esistono mamme che vestono i figli piccoli da femmina e le figlie piccole da maschio, affinché possano decidere - senza condizionamenti culturali - a quale genere appartenere, arriva Ribelle - The Brave, tredicesimo prodotto Pixar di alto profilo. La questione del gender, in effetti, è centrale in questa moderna versione della classica fiaba con protagonista una principessa, perché una bambina non ci sta a fare la gné-gné: vuole arco e frecce, altro che bambole.

È la prima volta, tra l’altro, che un film della Pixar viene affidato a una regista, Brenda Chapman, che con Mark Andrews firma la regia di un capolavoro per bambini, ambientato nel Medioevo (altro aspetto inedito). Rassegniamoci a vedere Ribelle dal 5 settembre, però, quando i più piccoli torneranno in città, al momento bollenti e quindi disertate da chi può mandare i bimbi in vacanza. Visto che la distributrice Walt Disney organizza un tour promozionale europeo (oggi il cast si trova a Parigi, poi sarà la volta di Edimburgo e di Londra), bisogna approfittare del passaggio romano dei due cineasti, supportati dalle voci italiane del cast: la rossa Noemi, dai capelli di fiamma tal quale la ribelle Merida, che lei doppia; Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Shel Shapiro e Anna Mazzamauro nei ruoli fonetici - rispettivamente - di Lord Dungwall, Lord Macintosh, Lord MacGuffin e della strega. Nel primo week end americano, Ribelle ha totalizzato 66 milioni di dollari e val la pena capire i suoi punti di forza.

La storia narra di Merida, abile arciera figlia del re Fergus e della regina Elinor: siamo in Scozia, durante il Medio Evo e sullo sfondo di castelli fatati e foreste solitarie, si consuma un dramma adolescenziale. Merida dai ricci capelli rossi, infatti, preferisce fare la guerriera, con arco e frecce e proprio non vuole saperne di prepararsi a diventare una brava regina. A guidarla sulla via d’una femminilità regnante, tra rispetto delle convenzioni e tradizioni celtiche, vorrebbe pensarci la madre, da lei contestata e avversata come soltanto le teen-ager sanno fare. E mentre la regina Elinor pensa ai suoi diademi e alle più preziose acconciature, sua figlia si mette contro i Signori delle Terre: Lord McGuffin, Lord Macintosh e Lord Dingwall vengono gravemente offesi dall’impudente arciera.

Quando poi arriva una strega a esaudire il desiderio di Merida (trasformare sua madre in un orso, goffo, lento e pauroso), l’affare si complica. E come sempre accade, quando i figli vedono i genitori in difficoltà, i ruoli s’invertono e la piccola scavezzacollo ritroverà quella tenerezza e quella complicità indispensabili a una rapporto equilibrato tra madre e figlia. L’orso-mamma, del resto, ha solo tre giorni per tornare regina Elinor e salvare l’incanto d’una famiglia felice dall’incantesimo delle nevrosi adolescenziali.

«L’idea del film ci è venuta osservando le reazioni dei nostri figli adolescenti, indipendenti e precoci. Ognuno di noi ha almeno un figlio teenager e così abbiamo proposto la storia alla Pixar, che col suo noto senso dell’umorismo ne ha compreso il potenziale», dice Brenda Chapman. Le fa eco Mark Andrews, chiarendo: «Cercavamo qualcosa di universale, nel quale tutti potessero identificarsi. E il rapporto tra genitori e figli è qualcosa di noto. Già dal titolo si capisce che esistono due livelli di coraggio: quello di combattere contro qualcuno e quello di combattere per affermare se stessi. Il coraggio interiore ci è richiesto di continuo, nella vita».

Fra antichi castelli e misteriosi cerchi, formati da pietre secolari, va in scena una Scozia da sogno, dove sorbi, betulle e pini sembrano animarsi insieme a muschi, licheni e felci assolutamente naturali. E non a caso il film è subito stato sventolato come una bandiera dai nazionalisti (e indipendentisti) scozzesi.

Quanto alla questione del genere, i registi all’unisono affermano di essersi presi «la libertà di prescindere dal genere, dimenticando che Merida fosse una ragazza. Nella società celtica, erano le donne ad addestrare i combattenti».

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