Porno vintange. Classico e storico. Girato in 35 millimetri tra la fine degli anni Sessanta e i primi Ottanta, nell'età d'oro del genere per soli adulti.
L'ultima tendenza del mercato cinematografico, americano soprattutto, è il restauro e la diffusione, nelle sale dedicate, dello hard-core d'annata. Il che costringe gli amatori del genere a uscire di casa, magari per darsi arie cinéfile. Chi non ricorda Jack Nicholson e Frank Sinatra sorridenti, nel 1972, davanti alla sala in cui si proiettava Deep Throat di Gerard Damiano? Accadeva prima che il sistema inchiodasse i giovani davanti al computer.
A ogni generazione, il suo porno. Ma ai nerd che, in cameretta, si divertono in Rete con le acrobazie fai-da-te di gente qualunque, tra pop-corn e selfie di attrici rifatte, ora è data un'altra possibilità: conoscere e apprezzare i «diversivi» dei loro genitori. Così in Connecticut fa grandi affari la Vinegar Syndrome, compagnia fondata nel 2012 da Joe Rubin e Ryan Emerson per catalogare, restaurare,digitalizzare e distribuire vecchi film proibiti, da tripla «X». Non a caso il nome della ditta, finita in prima pagina sul NY Times, si riferisce all'odore di aceto, che promana dalle pellicole in disfacimento. Il fatto è che la domanda di tale materiale, poster e foto inclusi, non proviene soltanto dai collezionisti e dai fruitori spontanei. Al Museum of Sex di Manhattan, dedicato all'esplorazione del significato culturale della sessualità umana, ha avuto successo la mostra The Eve of Porn: Linda Lovelace, dedicata alla diva di Gola Profonda, film di culto rilanciato dal biopic con Amanda Seyfried. Mentre a Los Angeles, il Museum of Contemporary Hot esibisce i lavori omoerotici dell'illustratore Touko Laaksonen, classe 1922 e lo Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco ha ospitato il ciclo X: Storia della censura dei film proibiti. E nel frattempo, giovani esercenti di sale indipendenti e avventurose, organizzano serie come In the Flesh, all'Anthology Film Archives di Manhattan: solo titoli in 35 mm.
E c'è già chi parla di porn chic, indirizzato ai liberal americani che non amano la parte oscura dell'industria pornografica, ma vogliono scoprire, in salsa vintage, il sapore di antiche pietanze.
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