Cultura e Spettacoli

"Ministra...", "È la lingua": lite Boldrini-Fornero

La deputata Pd fa la guerra alle parole e in tv si sfoga così: "Pietro Grasso veniva chiamato signor Presidente, io signora". Ma Elsa Fornero fa vacillare la polemica: "Faticavo ad accettare che mi chiamassero ministra"

"Presidente? È il patriarcato...". La Boldrini si incarta sulle desinenze sessiste

Il processo alle parole è forse peggio di quello alle intenzioni. Esso infatti, subordina la lingua a un filtro ideologico che setaccia i discorsi e scova le discriminazioni anche quando non ci sono. Alfiere (anzi, adeguiamoci: alfiera) della battaglia per l'utilizzo delle desinenze al femminile è da tempo Laura Boldrini, che ha trasformato la declinazione delle parole in un parametro per misurare la presunta misoginia dell'interlocutore. Quando presiedeva la Camera, ad esempio, richiedeva che la si chiamasse presidentessa e non presidente, affinché non si incorresse in quello che era ritenuto un intento sessista.

Sul tema, la deputata Pd è ancora infervorata; lo ha ribadito lei stessa anche ieri sera su La7. "Io quando ero presidente della Camera venivo chiamata signora, mentre Pietro Grasso signor Presidente. Questo vuol dire sminuire la donna", ha ricordato la Boldrini intervenendo come ospite a diMartedì. Peccato che non tutti, anzi tutte, la pensino così. In tempi non sospetti, ad esempio, il direttore d'orchestra Beatrice Venezi aveva chiesto che la sua professione venisse indicata al maschile, mandando in tilt le femministe. "I pregiudizi e le difficoltà che incontrano le donne non si risolvono declinando al femminile", aveva aggiunto. Parole ribadite anche recentemente in un'intervista a Myrta Merlino, rispetto alle quali Laura Boldrini ha preso le distanze scomodando addirittura la grammatica. Interpellata sull’argomento, su La7 ha spiegato: "La nostra è una lingua neolatina, c’è la declinazione al maschile e al femminile. Non mi sono inventata niente. È la grammatica, io mi adeguo alla regola".

Una spiegazione che non ha convinto Myrta Merlino, presente al dibattito in studio. "Non è sbagliato che ci critichiamo tra donne? Io penso che dobbiamo essere un po’ più brave e avere meno distinguo tra di noi", ha chiosato la giornalista. Ma a mettere in crisi l’ex presidente (anzi, presidentessa) della Camera è stato un successivo intervento di Elsa Fornero. In poche parole, l'ex ministro ha infatti fatto vacillare il teorema boldriniano. "Per molto tempo ho preferito il termine professore. Professoressa lo dicevano in maniera un po’ sprezzante. Ho anche io fatto fatica ad accettare ministra perché mi sembrava che ministro potesse comprendere tutti, ora però mi sono abituata", ha osservato l’economista, dimostrandosi non troppo indignata o disturbata dal fatto di essere stata appellata in passato con termini al maschile.

Secondo Laura Boldrini, però, quelle parole rafforzavano addirittura le sue convinzioni sullo strisciante sessismo.

"Ma certo, è il patriarcato!", ha esclamato la deputata Pd, sostenitrice di una battaglia che spesso risulta strumentale e che di fatto non risolve il tema delle disparità.

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