di Nicola Crocetti
Qui danza Fridolin,
ebbro è del dolce vino,
del frutto dei suoi campi d'avena,
del succo delle sue piante di bacche,
della frizzante melodia del valzer.
Guarda! Con la gran falda della marsina sul braccio
come fa scaldare ogni fanciulla al ballo,
finch'ella s'appoggia - papavero su pendulo stelo -
beatamente esausta contro il suo petto. \
Ma qui danza Fridolin!
Guardate vostro figlio, è forte e bello,
parla coi contadini da contadino
ma coi dotti in latino.
La sua falce va affilata sull'oro dei vostri campi,
e come voi s'allegra quando il granaio è pieno
e come uno di voi la sua ragazza solleva
in alto, contro la casseruola rossa della luna d'autunno.
(Traduzione di Maria Cristina Lombardi)
Ci sono poeti che ottengono la notorietà internazionale per aver vinto il Premio Nobel. Ce n'è uno - uno solo - passato alla storia per aver rifiutato il Premio Nobel. E si tratta proprio di uno svedese, Erik Axel Karlfeldt. Era nato nel 1864 in Dalecarlia, regione di laghi, foreste e brughiere nella Svezia centrale. Dopo essersi laureato all'università di Uppsala, nel 1898 si era trasferito a Stoccolma, dove era diventato bibliotecario. Nel 1904 era entrato a far parte della Reale Accademia Svedese, che assegna i Nobel, e nel 1912 ne era divenuto il segretario. Già noto per aver pubblicato diverse raccolte di versi, nel 1918 gli era stato conferito il Nobel per la letteratura. Uomo di eccezionale modestia e di ferrei principî morali, Karlfeldt avvertì il conflitto d'interessi con la sua carica, e rifiutò il premio. L'Accademia glielo assegnò di nuovo nel 1931, dopo la sua morte, ma la decisione suscitò proteste internazionali, visto che una clausola del Nobel prevede che il premio sia destinato a uno scrittore vivente. Né valse a placare le polemiche la replica dell'Accademia che la decisione era stata presa quando Karlfeldt era in vita.
Poeta dotto e popolare insieme, saldamente ancorato a ideali di onestà e modestia, Karlfeldt fonde nella sua lirica i miti e le tradizioni della provincia natale con la raffinata cultura accademica dello studioso esperto di arte e poesia.
La sua raccolta più nota, I canti di Fridolin, è un autoritratto: quello del poeta contadino, che con voce umile e solenne canta le bellezze del paesaggio nordico e il panismo mistico che caratterizza lo spirito scandinavo. Molte delle sue liriche sono state musicate e trasformate in canzoni, che vengono eseguite ancor oggi in occasione delle feste popolari.
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