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"Azzurri al top nella piscina più bella del mondo"

Intervista alla 21enne campionessa paralimpica Carlotta Gilli: "Agli Europei di nuoto l'Italia farà il pieno di medaglie"

"Azzurri al top nella piscina più bella del mondo"

A sorprendere di Carlotta Gilli, 21 anni, non è solo l'impressionante palmarés (63 medaglie d'oro e una mezza dozzina di record conquistati in ogni specialità del nuoto tra Giochi Paralimpici, Mondiali, Europei e Campionati Italiani), ma anche la determinazione con cui illustra i suoi progetti sportivi e di vita.

Carlotta ha il piglio della mental coach che non solo ha capito tutto di se stessa, ma potrebbe spiegare agli altri come trarre il meglio dalle loro performance: capacità ancor più eccezionale considerato che Carlotta fin da bambina è affetta dalla malattia di Stargardt, una forma di retinopatia che l'ha resa ipovedente.

Carlotta, i problemi di vista (ma questa ragazza tostamente piemontese ha degli occhi stupendi) non le impediranno di seguire gli Europei di nuoto che cominceranno giovedì prossimo a Roma.

«Quella azzurra è una squadra fortissima. Saremo sicuramente protagonisti della competizione. E gareggiare nella piscina del Foro Italico, la più bella del mondo, ci darà un'ulteriore carica».

Che rapporti ha con i suoi colleghi che dall'11 al 21 agosto si daranno battaglia in vasca?

«Qualcuno si mostra più disponibile, mentre altri sono meno cordiali».

Insomma, se la tirano un po'...

«No. Ma si nota che ci considerino un po' atleti di serie b».

Ma quelli paralimpici sono «atleti di serie b»?

«Il mio esempio, al di là dei risultati agonistici, mira o a dimostrare come un handicap fisico può trasformarsi in un'ulteriore motivazione per valorizzare la propria esistenza».

Un messaggio importante che lei comunica attraverso i successi in acqua e un'intensa attività sociale.

«In termini di emozioni ricevo tanto da entrambe le cose. Essere campionessa di nuoto e ambasciatrice di solidarietà nella campagna ambientale con cui Procter & Gamble realizzerà oltre 2 milioni di azioni concrete entro i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026, sono motivi di orgoglio».

In alcune foto appare con la casacca della polizia.

«La legge che consente anche agli atleti paralimpici di entrare nella scuderia sportiva della Polizia di Stato è stata approvata a gennaio. Manca solo qualche dettaglio tecnico-normativo, ma il mio sogno di diventare la prima poliziotta paralimpica d'Italia diventerà realtà».

Da cosa nasce questo desiderio?

«Ammiro i poliziotti per il ruolo che ricoprono. Il loro aiuto verso i più deboli è in linea con il mio modo di vivere la società».

Ma è vero che da piccola giocava a calcio?

«Ero un maschiaccio. Preferivo il pallone alle bambole».

E poi?

«I miei genitori mi iscrissero a un corso di nuoto. All'inizio non ne ero entusiasta. Preferivo la vasca piccola dei giochi a quella grande delle gare. Poi una istruttrice mi trasmise l'amore per il nuoto. Vinsi la prima medaglia.

E da allora non ho più smesso».

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