Baggio sopravvalutato? Non si ricordano Beckham

Il "Telegraph" fa la classifica dei 20 bluff ma ci mette Roby, Ibrahimovic e Sneijder Su Balotelli tutti d'accordo. Noi suggeriamo agli inglesi David, Bale e Gascoigne

Baggio sopravvalutato? Non si ricordano Beckham

Quando gli inglesi hanno voglia di scherzare sono davvero i migliori. I colleghi, sorry per il sostantivo, del D aily Telegraph hanno messo su un elenco dei venti calciatori più sopravvalutati di sempre. E qui si sono scatenati, roba da scompisciarsi, perché hanno inserito cognomi illustri considerandoli dei bluff. Non dico Balotelli sul quale l'unanimità è clamorosa, da Far Oer alla Terra del fuoco, così come Cassano, una promessa e un debito. Ma Roberto Baggio? Ma Wayne Rooney? E Sergio Ramos e Ibrahimovic e Sneijder?

Probabilmente al Daily Telegraph si va di McEwans Brown Ale che è birra buona ma pericolosa, se entra in circuito può provocare reazioni singolari come l'elenco di cui sopra, tra personaggi di sicuro flop ma altri talentuosi e invece messi nel ridicolo. E allora ci divertiamo noi a proporre la nostra bluff-list , i grandi illusionisti del football, quelli che hanno vissuto e ancora vivono di luce fasulla, sono miraggi spacciati come fenomeni, fuoriclasse, campioni.

Tanto per gradire incomincerei da David Beckham sul quale bastano e avanzano le parole di George Best, campione vero che fu: «Beckham non sa calciare con il sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare, non segna molti gol. A parte ciò è un buon giocatore». Quelli del Daily Telegraph non l'hanno messo in lista, la pinta di birra non aveva concluso l'effetto ma Beckham per gli inglesi è intoccabile, una leggenda, un mito e anche un sito. Ha affascinato anche il popolo milanista, è andato al Real Madrid ma, in entrambi i casi, da turista, senza sporcarsi i calzoncini.

Procedo: dove mettiamo Paul Gascoigne, più bravo che matto, per dirla alla Sgarbi sulla Bindi? "Gazza" è stato un buon calciatore ma sovradimensionato sull'isola britannica e poi alla Lazio e oggi eroe randagio e disperato.

Non è che i francesi abbiano esportato soltanto Fontaine, Platini e Zidane: un paio di nomi su tutti, Anelka e Cantona, sì, Eric, geniale, artista, capace di esaltare il popolo di Manchester, un po' meno quello di Fancia e gli allenatori tutti e per favore non cancellate Ibrahim Ba.

Vado in Spagna e vi ricordo Ivan De la Peña, un cognome che è una garanzia, e con lui Mendieta, roba da chiedere i danni morali e materiali a Cragnotti e alla sua orchestra.

C'è poi il carnevale brasiliano, si passa da Geovani di cui a Bologna non si hanno tracce nemmeno in salumeria mentre lo stesso non si può dire ad Ancona di Jardel, più largo che alto, e a Firenze dell'animale Edmundo, mentre resta misterioso l'arrivo milanese di Vampeta, mentre è ancora in circuito tale Felipe Melo, uno che sta al football come Fedez alla musica leggera. Melo e Diego furono pagati 50 milioni di euro non due secoli fa (anche perché non c'era l'euro) ma appena l'altro ieri dalla Juventus che pensava in grande. La stessa Juve che prese per 15 milioni Krasic, simile a Nedved soltanto per il biondo capello, ma su un binario morto prima ancora di partire.

Dall'Uruguay, Sorondo fu un mistero buffo. Si va in Argentina e vorrei che non dimenticassimo Caio e Rambert come Hugo Maradona e Edu Garcia. Gli olandesi si sono fatti riconoscere con Bogarde, Reiziger, Jonk e per ultimo Van Persie, alla ricerca di un Van Basten perduto.

Tutta gente che ha goduto di titoli e stipendi sontuosi, togliendosi dagli schermi senza che nessuno si accorgesse della loro partenza.

Chiudo con i campioni del mondo, la Germania ha fatto conoscere ai tifosi viola e a Della Valle tale Mario Gomez, il vero mostro di Firenze.

Ecco perché quelli del Daily Telegraph dovrebbero cambiare fornitore e frugare meglio negli archivi e nella memoria. Per loro l'estate sta finendo e così la McEwans Brown Ale.

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