I ncantato. Semplicemente incantato. Non posso dire altro. Davanti a cotanta bellezza non si può che rimanere incantati e rapiti dalla bellezza di una terra che io conosco benissimo ma che ho riassaporato ieri pomeriggio davanti alla tivù, riaprendo dentro di me un sentimento antico e mai sopito. Che bella la Grande bellezza della Sardegna. Che bello il Giro che ce le mostra, ogni giorno e per tre settimane. Paesaggi mozzafiato, che riempiono il cuore e rapiscono gli occhi.
Che bello trovarmi a fare il tifo per l'eritreo Daniel Teklehaimanot. Ho fatto il tifo per lui, che lottava per i traguardi della montagna. L'avevo visto al Tour e ora lo sto apprezzando al Giro. Atleta elegante. Il ciclismo allarga si allarga e unisce, in un abbraccio infinito di gioia e fratellanza. Che grande sport è il ciclismo.
Che bella la fuga infinita che purtroppo finisce. Che bravi quei ragazzi che hanno mulinato per ore i loro lunghi rapporti cercando di contrastare il vento e il ritorno del gruppo per oltre 200 chilometri. Che bravo l'austriaco Lukas Postlberger, che a meno di due chilometri si è portato davanti per lavorare in favore di Sam Bennett, il suo capitano, il suo uomo veloce, ma in un gioco tattico fatto di chimica ed equilibrismi, il più veloce è stato lui. Veloce a capire che quei 50 metri potevano essere tanti e soprattutto sufficienti per mettere tutti nel sacco.
Si è trovato davanti e ha vinto a sorpresa.Che bello questo Giro delle Cento edizioni, che regala emozioni. Che bello se lo vincesse il nostro Vincenzo Nibali, per il quale il mio tifo sarà franco, costante e continuo. Soprattutto illimitato.
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