U na delle tante differenze fra questa Juve che non molla mai e questo Milan che non decolla mai, non è un gioco di parole ma un giocare tra l'essere e il voler essere. La Juve non si preoccupa di chi va in campo: titolari o riserve, è certa del minimo garantito. Il Milan, invece, si deve preoccupare di chi va in campo: non sapendo cosa gli riserverà. E il tanto basterebbe per giustificare una differenza di classifica (ma non 21 punti) e quell'atmosfera da galà del come eravamoche mestamente accende le luci su Juve-Milan. Non solo i tifosi, ma tutto il calcio ha diritto di chiedere a Milano altra dignità pallonara.
Al bando i superlativi: supersfida, superclassica, supercampioni. Ci resta il senso della povertà di una serie A che si affida ad una sola squadra di dignità garantita. E il resto è gestito dal caso. Anzi, il Milan è un caso: allenato da una recluta della panchina, composto e ricomposto ad ogni mercato con risultati da piangere, costretto ad una linea societaria ondivaga per troppe problematiche interne. La Juve, invece, si è scaricata di antiche nobiltà dirigenziali, e dei suoi peccatori, ha instaurato la linea giovane che ha portato risultati ed una bella rispolverata al pedigrèe calcistico. I ricavi bianconeri cominciano a staccare in modo evidente quelli rossoneri: un altro segnale di un derby che si fa sempre meno super. La Juve ha trovato modo di impiegare capitali per la squadra, il Milan si affida ai parametri zero. La differenza in classifica, e l'indifferenza che porta al risultato che verrà stasera dallo Juventus stadium, è marcata dalla diversa visione gestionale e, di conseguenza, calcistica.
La Juve non è il meglio (leggi Europa) ma ha cercato di arrivare al meglio (leggi Pogba e Tevez, per esempio). Il Milan continua a pensare che basti chiamarsi Milan e non si lascia trascinare dal soffio del rinnovamento. Lo dice anche il campo. Eppure questo Juve-Milan ci spiega che il Milan ha fatto scuola e regalato buone idee e soluzioni alla gente bianconera (Pirlo e Tevez). Ed anche la storia racconta che, quando la Signora ha in panchina ex milanisti, si ritrova con difese di ferro. Secondo statistica della giornata numero 21, Allegri comanda la seconda difesa juventina della storia: 9 gol subiti. La migliore spetta a Trapattoni (8 reti: '85-86) che battè se stesso (9 gol nel '77-78).
Il Milan, il vecchio Milan, ha insegnato che con le grandi difese si vince: oggi invece è un emmenthal da 26 reti subite. Sarà un caso ma la Juve ha copiato bene. E se i numeri parlano chiaro, sapete già come finirà stasera. Eppure un po' di thrilling farebbe bene a tutti. Anche alla ingorda Signora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.