Roma - Al primo incrocio veramente pericoloso, la Roma trova un altro semaforo verde. L'ottavo consecutivo che affianca la truppa di Garcia a quelle juventine del 1931 e del 1986, con Trapattoni in panchina. Sotto gli occhi di Diego Maradona, le perle di Pjanic non spezzano l'incantesimo di una squadra schiacciasassi. E aver battuto il Napoli, una delle serie candidate al titolo (parole del tecnico giallorosso), non può che far salire le quotazioni di Totti e compagni nel borsino scudetto. Cinque punti di vantaggio sui partenopei, in attesa dell'eventuale risposta della Juventus domani a Firenze, fanno salire la temperatura in una piazza ormai straentusiasta. Nessuno ha più fame di noi, recita la campagna abbonamenti del club di Trigoria, e la squadra sembra averne tanta. A Roma fronte giallorosso si torna a vivere il sogno solo accarezzato nelle recenti stagioni di Spalletti e Ranieri. La squadra di Benitez esce un po' ridimensionata dalla contesa dell'Olimpico, visto che non sembra all'altezza della sua fama. In fondo come dice il tecnico madrileno «il campionato è una corsa di resistenza» e la partita di ieri sera non può essere decisiva, ma il ko fa mancare quella dimostrazione di forza che Don Rafè chiedeva al suo gruppo. Forse sarà contato anche l'apporto a scartamento ridotto di Higuain, qui a segno con la Nazionale argentina nella partita del Papa di due mesi fa e ieri in campo solo per 25 minuti.
Stretta di mano tra Garcia e Benitez prima del fischio di inizio: l'allievo supera per una sera il maestro dal quale sostiene il tecnico della Roma che lo ritiene un modello c'è ancora molto da apprendere. La prima brutta notizia per il Napoli riguarda Zuniga: il colombiano sarà operato lunedì in artroscopia al ginocchio per eliminare i fastidi conseguenti da un'operazione che ha avuto otto anni fa, fastidi acuiti da un recente trauma (tempi di recupero stimati in un mese).
Quando al 7° minuto del match Maradona, insieme alla compagna Rocio Oliva, compare sulle tribune dell'Olimpico lo stadio è tutto per il Pibe de Oro, con qualche tifoso che si accalca vicino alla tribuna per immortalare con una foto l'evento. In campo, intanto, molto agonismo, qualche sprazzo di bel gioco e qualche occasione da entrambe le parti, fino alla splendida punizione di Miralem Pjanic che spacca il match a pochi istanti dai titoli di coda del primo tempo.
Il bosniaco completa la sua settimana di gloria: prima la storica qualificazione ai Mondiali della sua Nazionale, con tanto di lacrime finali davanti alla tv di casa, poi i due sigilli sulla vittoria (a metà ripresa arriverà il rigore del 2-0) forse più importante e pesante di questo fantastico inizio di stagione della Roma. Nel frattempo Totti si era arreso al riacutizzarsi di un vecchio infortunio al flessore della coscia (l'unico neo di una serata perfetta in casa Roma) e senza il suo capitano, la truppa di Garcia vacilla per alcuni minuti. Il tempo nel quale Pandev si fa ipnotizzare dal vecchio compagno di squadra De Sanctis, che rimane fermo quando il macedone si presenta davanti a lui, e Insigne coglie il palo esterno dopo un ottimo movimento in area.
Nella ripresa il Napoli è poco pericoloso e quando Cannavaro provoca il fallo da rigore su Borriello, rimediando il rosso, portando Pjanic alla doppietta personale, la nuova impresa della Roma è cosa fatta. Prima del match, dalle due curve della Roma si alzano cori sgradevoli contro i tifosi del Napoli che dal loro settore rispondono a tono. Secondo la nuova norma, occorre la percezione dell'evento, evidente a molti presenti allo stadio e probabilmente anche agli ispettori della Procura federale. Anche se non ha riguardato un solo settore dell'Olimpico.
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