Angelo Rossi
Napoli Il cassiere non aveva lanciato proclami, tanto meno lo avevano fatto i calciatori. Il tam-tam della passione è stato spontaneo, in cinquantamila per omaggiare e ringraziare il Napoli per lo spettacolo offerto e per una stagione memorabile almeno dal punto di vista della pura estetica, sia pure avarissima di trofei. Nessuno si era illuso su un possibile colpaccio del Chievo. Non hanno sorpreso le reti del doppio vantaggio veneto, tantomeno i gol con i quali la Roma ha poi capovolto il risultato: tutto previsto, niente di nuovo neanche questa volta, restava il Napoli con le sue splendide geometrie, la sua armonia, i suoi campioni e i suoi gol, restava tutto questo da applaudire per chiudere un capitolo e dare la spinta per aprirne un altro il prossimo anno.
Questo tipo di messaggio trasmesso dal popolo del San Paolo ha raggiunto e contagiato i protagonisti, il Napoli ha inaugurato la sfida con la Fiorentina con rabbia, concentrazione e agonismo degne di una finale, maltrattando gli avversari con il possesso palla e con la velocità, armi che in mezzora hanno portato in dote due reti, un palo e tre evidenti occasioni da gol. Il tiki-taka dei figli del Vesuvio è iniziato praticamente con il fischio d'avvio, quando Callejon e Insigne hanno costretto Bernardeschi e Cristoforo a restare bassi per dare copertura al 4-4-1-1 che Sousa aveva studiato per garantirsi densità a centrocampo e sperare in qualche felice ripartenza.
Primo tempo monotematico, pallino sempre tra i piedi dei partenopei, in vantaggio dopo un paio di assaggi. Buona parata di Tatarusanu su inzuccata di Hamsik ma palla a Koulibaly che non ha difficoltà a concretizzare il tap-in da ottima posizione. Partono trenta minuti di grande football, quasi un tiro al bersaglio, i toscani ammassati dentro i venti metri, una spinta incessante da Callejon e Ghoulam, con Insigne che cuce il gioco sulla trequarti e con Mertens che si procura, salvo poi sprecarle, due super occasioni. Nella prima dribbla il portiere ma non trova la porta, nella seconda il destro a giro accarezza il palo. Né hanno fortuna migliore Hamsik e Callejon. Ci pensa allora Insigne, che s'infila nel corridoio lasciato aperto dall'inguardabile difesa viola e raddoppia.
Secondo tempo comodo da gestire e ovviamente basato di più sulle ripartenze partenopee, un calvario per la Fiorentina che tranne qualche spunto di Tello e Ilicic, resta a guardare. I due viola confezionano il gol in risposta però al tris napoletano, una zampata di Mertens, gentile omaggio della papera di Tatarusanu.
Sono per il belga gli ultimi applausi quando Dries il folletto festeggia il nuovo contratto appoggiando nella rete di Tatarusanu il quarto pallone: sono 27 in campionato, lui che centravanti non è. Il simbolo del Sarrismo. Il Napoli arriva a 90 reti e a 83 punti, nuovo record in serie A (battuti gli 82 della prima stagione del tecnico toscano).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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