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Ecco chi è il danese che ha "profanato" la Scala

Da Maradona a Van Basten e CR7: tutti presentati allo stadio. Per Eriksen un tempio mondiale

Ecco chi è il danese che ha "profanato" la Scala

La tentazione sarebbe quella di dargli una spinta e mandarlo subito in campo, anche per vedere l'effetto che fa su una squadra intorpidita dai pareggi e tramortita dalla stanchezza (per tacere del nervosismo). In casa Inter del resto ci sono precedenti illustri e benauguranti, come quello di Sneijder, titolare nel derby 24 ore dopo l'arrivo a Milano e subito protagonista, all'alba dell'anno del triplete. Chissà se alla fine Conte resisterà o meno alla tentazione. Di certo Inter-Fiorentina, quarto di finale di Coppa Italia, che i nerazzurri non possono fallire se non vogliono precipitare nel baratro della crisi, segna l'avvio della nuova carriera di Christian Eriksen, pagato a peso d'oro per cercare di strappare lo scudetto alla Juventus. «Non vedevo l'ora di arrivare, essere qui è bellissimo e sono felice di essere un nuovo giocatore dell'Inter», le prime parole del 28enne danese. In scadenza di contratto a giugno, fra 5 mesi sarebbe costato zero, invece Suning paga 20 milioni al Tottenham per soddisfare non tanto la fretta del centrocampista (cui peraltro vanno 10 milioni a stagione fino al giugno 2024), quanto le esigenze di Conte. Un'operazione estremamente onerosa che dice quanto l'Inter creda nella rincorsa alla Juventus.

Eriksen indosserà la maglia numero 24, ma il club fa sapere che non si tratta di un omaggio a Kobe Briant, ma di un «passo in avanti nella storia di Christian, che al Tottenham portava il 23». Per lui, il sindaco nerazzurro Giuseppe Sala ha aperto all'Inter il Teatro alla Scala, privilegio molto social, che nessun altro calciatore ha avuto. Maradona, Van Basten, Ronaldo e CR7: per loro solo stadi e sedi di club. Eriksen parte più forte di tutti.

Il danese è un grande giocatore, ancora in età atleticamente evolutiva: può diventare più forte di quanto già non sia, accrescendo il rammarico di chi (Barcellona, Chelsea, ma anche il Milan nel 2007) lo bocciò quando era ragazzino dal fisico non particolarmente promettente. L'Ajax non ci fece caso, lo prelevò l'anno successivo dall'Odense, pagandolo 1 milione e in Olanda nasce l'Erksen che conosciamo oggi. Debutta in Nazionale a 18 anni, vince 3 campionati, a 21 passa al Tottenham per 13 milioni: 6 stagioni (e mezza) con la finale Champions dello scorso anno quale punto più alto. Poi la scelta di non rinnovare il contratto con gli Spurs, cambiare aria, guadagnare di più, la stima per Conte, la scelta dell'Inter. «Sono felice di poter giocare in Serie A e con una grande società come l'Inter».

Le previsioni vogliono Eriksen destinato a fare ombra a Stefano Sensi: dentro uno, fuori l'altro. Ma sarebbe una mossa troppo banale: la duttilità di entrambi (e la convalescenza di Brozovic) lasciano uno spazio aperto per l'ex Sassuolo, il miglior giocatore dell'Inter, nel momento migliore dell'Inter. Conte non può non saperlo.

Stasera gioca Sanchez e riposa Lukaku. Spazio ovvio a Martinez, squalificato per 2 giornate (salta il derby, non la Lazio).

Graziato Conte.

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