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La Ferrari di Natale tra slide e umiltà

Mattia Binotto, analisi e numeri: "Ingiusto pensare che il titolo sia un obbligo"

La Ferrari di Natale tra slide e umiltà

Il futuro della Ferrari è una slide. Molte slide. Quelle snocciolate da Mattia Binotto come fosse il direttore generale di una qualsiasi azienda che illustra la penetrazione dei propri prodotti sul mercato elencando numeri che raccontano il bicchiere mezzo pieno, non quello mezzo vuoto. «Abbiamo recuperato, la media punti gara è cresciuta del 91%» dice. Sul 2020 però. Rispetto allo sprofondo rosso del 2020, però.

Per cui il futuro è sì una slide ma anche un'ipotesi. Illustrata con il solito garbo e la solita efficacia dal gran capo del team che ha sottolineato come i piloti, Leclerc e Sainz, siano stati la miglior coppia, «trentotto volte a punti, 20 Carlos e 18 Charles... le altre coppie? Meno volte a punti ma più punti». E in questa frase c'è tutto il senso delle slide e dei freddi numeri che rendono meno amara la realtà. Dove «il punto di riferimento resta la Mercedes», ma la Rossa investe (ieri l'accordo e il ritorno del Banco Santander come sponsor) e «in due anni abbiamo ingaggiato una trentina di tecnici dai team concorrenti», ed è aumentata «la potenza della power unit, lavorando soprattutto sulla parte termica, e migliorati sono il simulatore e tutti gli strumenti di calcolo e correlazione pista-simulatore... Saranno auto più veloci nelle curve veloci e più lente in quelle lente, per via dell'effetto suolo...» svela.

Mattia Binotto

A scorrere slide e discorsi e risposte nella call con i media, l'unico vero elemento di discontinuità dal passato è che non si è parlato di Ferrari che deve puntare al mondiale. Anche l'anno scorso, per la verità, ma era evidente. Farlo ora col cambio delle regole ha peso e significati diversi. «Sarebbe arrogante dire oggi che saremo in grado di battere Mercedes e Red Bull... ma è ingiusto pensare che per la Ferrari vincere il mondiale sia un obbligo. Diverso ritenere invece che il prossimo anno saremo in grado di fare pole e vincere gare. Questo sì» precisa Binotto, aggiungendo «che il cambio di regolamento con le vetture a effetto suolo e completamente diverse per tutti rappresenta una discontinuità e quindi una grande opportunità». Segno anche che la Rossa ha completato il bagno di umiltà e la metamorfosi lunga ormai tredici anni.

Da quando non ha più vinto nulla a livello di campionati.

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