Fiorentina-Inter, squadre in cerca d'autore

Al Franchi Sousa e Mancini si giocano la fiducia dei loro patron. In palio il futuro in Champions Thohir: «Voglio un'Inter nella top 10 del mondo»

Marcello Di DioDue squadre a caccia di identità, ma soprattutto di un posto al sole in un campionato che ogni settimana regala sorprese. Fiorentina e Inter si ritrovano al Franchi per una sfida che vale il terzo posto e l'accesso al paradiso della Champions, oltre che al ghiotto bottino che può risollevare il bilancio. Paulo Sousa sta provando a ridisegnare i viola che hanno perso brillantezza dopo un grande avvio di stagione, i continui cambi di Mancini non hanno aiutato i nerazzurri a trovare certezze.Quel clamoroso 4-1 conquistato all'andata dalla Fiorentina a San Siro non sembrò scalfire le apparenti certezze dell'Inter, con la crisi arrivata a gennaio, mentre i viola non hanno poi confermato le grandi aspettative nate da quell'impresa, perdendo tutte le successive sfide con le big. Tra alti e bassi, però, entrambe sono lì a giocarsi il posto sul gradino più basso del podio insieme alla Roma (Mancini dixit).A Firenze come a Milano c'è fermento. L'arrivo di Thohir - che ha un'agenda piena di impegni, tra sponsor, banche e potenziamento del brand interista mentre Goldman Sachs ha ricevuto il mandato di trovare partner in Cina perché «vogliamo proseguire al meglio il lavoro fatto fin qui, l'obiettivo è stare nei migliori dieci club al mondo») - dovrebbe dare la scossa alla squadra. Il patron indonesiano chiede un salto di qualità alla truppa di Mancini, a cui non fa mancare il suo supporto nonostante il momento difficile. «Il calcio è fatto di sali e scendi, ci sono ancora 14 partite, sono fiducioso che arriveremo in Champions. E sono sempre convinto che Mancini sia il migliore allenatore possibile per noi», così Thohir che per la prima volta seguirà la squadra in trasferta. «Se non mi mandano via, rimango... - scherza Mancini -. È importante che il presidente sia qui, tiene molto alla squadra». E aggiunge: «Il nostro girone di andata è stato straordinario, a gennaio abbiamo perso dei punti ma siamo in ripresa. È un momento decisivo, noi siamo pronti, bisogna tornare a vincere», sottolinea il Mancio che sempre in Toscana (a Empoli) all'Epifania ha conquistato l'ultimo successo esterno. Poi stoppa la polemica con gli arbitri: «Non mancavo solo io all'incontro romano e per 4 mesi ho provato a non fare commenti sui fischietti...».In riva all'Arno i tifosi, già inquieti a inizio stagione, si sono scagliati contro la società (che ieri ha smentito l'indiscrezione secondo la quale i Della Valle stiano cercando acquirenti in Cina, ndr) per un mercato ritenuto deludente. Anche se a gennaio sono arrivati 5 giocatori, seppure in prestito tranne Zarate decisivo contro il Carpi. E lo scetticismo (pubblicamente manifestato anche dal tecnico dei gigliati) non aiuta, anche se un incontro tra Paulo Sousa e il presidente Cognigni - in attesa del vertice con il patron, impegnato all'estero e atteso a Firenze la prossima settimana per un importante Cda del club - ha gettato acqua sul fuoco della polemica. Di sicuro l'allenatore portoghese ha provveduto a riportare l'attenzione sulla sfida con l'Inter. «Non c'è mai stato nessun problema con la società - così Paulo Sousa -. La partita con i nerazzurri deve essere per noi come una finale. Ripetere la prestazione dell'andata? Impossibile, ci conoscono meglio e vorranno rifarsi. Non stiamo avendo continuità di risultati, ma la nostra stagione resta straordinaria e vogliamo restare lassù».

E sulla sfida con Mancini dice: «La sua carriera parla da sola, ha lavorato sempre in squadre importanti per vincere, riesce a convincere le sue proprietà a investire molto per traguardi come lo scudetto. È un onore per me competere con simili colleghi».

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