Gabbia, lezione a Gazidis. I giovani giusti fatti in casa

Gabbia, lezione a Gazidis. I giovani giusti fatti in casa

S arebbe molto educativo se Ivan Gazidis, l'attuale ad scelto da Elliott per guidare l'azienda Milan, oltre che arruolare manager stranieri che parlano l'inglese, si informasse sulla piccola storia di Matteo Gabbia, l'ultimo esordiente in serie A, protagonista lunedì sera di una prova di grande sicurezza e personalità. A un certo punto, ricordando la sua antica propensione al ruolo di centrocampista, il ragazzo ha mollato gli ormeggi difensivi avventurandosi in un blitz offensivo. A Boban, per poco, non veniva un infarto perché lo hanno sentito gridare: «Ma dove stai andando!». Bene: Gabbia è una delle ultime, preziose eredità del Milan berlusconiano e dell'organizzazione del settore giovanile guidata da Mauro Bianchessi. Fu scoperto, all'età di 12 anni, lui che è di Busto Arsizio, nel Lecco e arruolato per il Vismara. I tecnici (tra nazionali giovanili e club) , col tempo, ne modificarono il ruolo trasformandolo in affidabile difensore centrale. Al compimento del compleanno numero 16, Bianchessi telefonò a Galliani e gli suggerì di mettere sotto contratto il ragazzino. «È uno che si farà» scommise il dirigente. Pronostico azzeccato viene da dire giudicando il debutto col Toro, grazie anche al presunto e forse autentico accidente muscolare denunciato da Musacchio durante il riscaldamento per rimpiazzare Kjaer. Gabbia è entrato a San Siro senza avvertire emozione alcuna, ha duellato con Belotti non con l'ultimo arrivato e alla fine, a dimostrazione che spesso dietro un promettente calciatore, c'è una famiglia e una testa come si deve, ha dedicato il debutto in A ai nonni «che sono abbonati a San Siro». Lo studio del curriculum di Gabbia è sicuramente istruttivo per il nostro chiamato ad allestire un nuovo e più efficiente modello di settore giovanile del quale il Milan di Elliott ha un disperato bisogno. Negli ultimi anni, dall'addio di Galliani, quello virtuoso è stato purtroppo smantellato dalla coppia Fassone-Mirabelli disperdendo così preziose risorse.

Volete un altro esempio? Il terzo portiere del Brescia che ha debuttato domenica a Torino contro la Juve, Lorenzo Andrenacci, classe 1995, nato a Fermo, faceva parte del drappello promettente guidato da Cristante. Bene: è stato ceduto appena il Milan ha cambiato proprietà. Come dice quel famoso detto: studiare il passato per capire il presente.

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