Ghiotto di medaglie: il Davide del ghiaccio italiano ha espugnato Golia e lo stadio di Thialf, tempio olandese dello speed skating. Brilla ancora di più l'oro mondiale di Davide Ghiotto nei 10mila metri. Non solo perché è la prima medaglia italiana in questa distanza, la più lunga e sfiancante, ma anche perché arriva dal rink di Heerenveen, il maracanà del freddo. Il 29enne vicentino ha confermato il suo stato di grazia e di forma: pochi giorni fa aveva vinto l'argento nei 5mila, suo primo sigillo mondiale, dopo un quarto posto tre anni fa, a 8 anni di distanza dalle ultime affermazioni azzurre. Ieri Ghiotto ha avuto ancora fame e nella long distance dell'ice rink, quella che lo aveva già premiato ai Giochi 2022, ha migliorato il suo personal best e record italiano di ben 4 secondi, lasciandosi dietro l'olandese Jorrit Bergsma di 14 secondi. Lo scorso anno il mondo si era accorto di questo timido campione delle Fiamme Gialle, figlio di un ciclista e neo papà di Filippo. A Pechino Ghiotto si era preso un bronzo di tenacia ed intelligenza proprio sui 10mila. Lui, il neo papà che aveva studiato filosofia prima di congelare il sapere e trasferirlo in potenza sui pattini. Lui, che per coniugare i doveri di babbo e quelli di atleta, si allenava anche pattinando col pupo nel marsupio, placidamente addormentato. Ora per Ghiotto si aprono le porte della storia perché mai un azzurro era andato così lontano, bene e veloce nel pattinaggio pista lunga. In passato erano arrivati i trionfi di Roberto Sighel ai Mondiali all-around 1992 e i due ori olimpici di Torino 2006 di Enrico Fabris nei 1.
500 metri e il team pursuit maschile, composto insieme a Matteo Anesi e Ippolito Sanfratello. Ora quei campioni sono diventati coach e hanno cresciuto una nuova generazione di pattinatori. Perché dare il buon esempio serve sempre.
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