Capita nel calcio-mercato come nella vita di tutti i giorni: partire per andare a sud e poi ritrovarsi a salire verso nord. Così è successo al Milan di Elliott che ha cambiato quasi tutto tra la fine del passato torneo e l'inizio del chilometrico mercato: allenatore, sistema di gioco, coppia di dirigenti responsabili dell'area tecnica. Maldini, poi raggiunto da Boban, aveva in mente magari di riuscire a vendere, a prezzo competitivo, Donnarumma e col tesoretto finanziare il suo piano di potenziamento del club. E invece ha dovuto cambiare indirizzo e appena si è presentato a casa Milan un club inglese con l'assegno per Cutrone, ha lasciato partire il ragazzo della cantera rossonera che molti dissensi ha provocato tra i tifosi. Poi è toccato a Giampaolo cominciare a lavorare e prova oggi, riprova domani, si è convinto che il tre-quartista ideale della compagnia era nascosto tra le pieghe della sua rosa, lo spagnolo Suso nelle settimane precedenti trattato dalla Roma (accordo mancato perché da Trigoria proponevano lo scambio con Schick).
Per la prima volta dal suo arrivo in punta di piedi a Milanello, Giampaolo ha preso una posizione netta e decisa la sera di Cardiff: «Suso (nella foto) è un fuoriclasse, l'ho ripetuto anche a lui, uno così bravo il Milan deve tenerlo, l'ho detto alla società». Deve comunicarlo, in verità, anche a Paquetà appena rientrato dal Brasile per mettersi al servizio del nuovo corso. Il brasiliano, arrivato con l'etichetta del ¾ classico, con Gattuso ha accettato di fare la mezz'ala aspirando invece al ruolo di musa degli attaccanti. Con Suso lì davanti, dovrà arrendersi a restare dietro. E adesso, ancora una volta, Boban e Maldini devono cambiare indirizzo preparando le cessioni di Kessiè e Biglia.
Già perché con gli acquisti di Krunic e Bennacer e con l'esperimento, riuscito, di Chalanoglu regista e l'adattamento di Borini mezz'ala, a centrocampo cominciano a essere tanti. Forse anche troppi per una rosa che ha davanti solo campionato e coppa Italia.
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