L'Italia cala il pokerissimo. In quel di Copenaghen, sono ben cinque le medaglie che gli azzurri hanno messo al collo nella terza giornata dei campionati europei di vasca corta. Dalla velocità al mezzofondo, non c'è distinzione: l'Italnuoto c'è e continua a lasciare la propria impronta su una rassegna continentale a cui era arrivata con molteplici dubbi e pochissime certezze. Eppure non sono mancate le sorprese. Nel bene e nel male.
Partiamo dalle note liete. È oramai acclarato come sia l'Emilia-Romagna il fulcro del nuoto tricolore. Dopo il meraviglioso trionfo, nella giornata inaugurale, del ranista Fabio Scozzoli, ieri si sono aggiunte le medaglie di Sabbioni, Bianchi e del ritrovato Paltrinieri, un tris targato emiliano-romagnolo che ieri si è accontentato della piazza d'onore. Insomma, tre argenti che, in verità, hanno umori contrastanti.
Nel senso che se per Ilaria Bianchi il podio nei 200 farfalla è una piacevole sorpresa la 27enne bolognese allenata da Bastelli nuota da sempre solo i 100 metri - se per Sabbioni, che si allena a Verona con la Pellegrini questa volta a Fede non riesce il miracolo e deve accontentarsi del settimo posto nei 100 stile ma a un secondo e tre decimi dal bronzo - la medaglia nei 100 dorso dietro l'indemoniato Kolesnikov vale quanto un oro e sa di rinascita dopo un anno a dir poco complicato, per Gregorio Paltrinieri, abituato a mettere la mano sempre davanti agli altri, il secondo posto nei 1500 sl dietro l'ucraino Romanchuk ha il sapore della sconfitta. Anche se Greg non ci sta e conferma con tono fermo che la scelta di andare ad allenarsi in Australia è stata presa in buona fede: «Non ho paura e non ho rimorsi. Resto convinto al 100% dell'esperienza che sto facendo, sia a livello umano che sportivo. Magari i risultati non arrivano subito e certo, dispiace anche a me aver perso i 1500, ma dopo sei anni in cui mi allenavo sempre ad Ostia avevo bisogno di nuovi stimoli, di sperimentare nuove cose. Solo così posso tornare più forte in vista di Tokyo. Fa parte del percorso e va bene così».
Come va bene anche il bronzo ai due veneti, Margherita Panziera e Luca Dotto, che hanno chiuso sul gradino più basso del podio rispettivamente i 200 dorso e 50 stile. Per la 22enne di Montebelluno è il primo risultato di prestigio a livello internazionale, per il campione d'Europa, ma in lunga, dei 100 stile è invece l'ennesima gemma della carriera. «Ho fatto il mio migliore di mezzo secondo - fa il padovano - che in un 50 è qualcosa di incredibile. È una giornata bellissima, da incorniciare».
Mancano due giorni di gare e il medagliere, per ora, racconta di un'Italia al vertice tra le nazioni europee con dieci medaglie vinte. C'è ancora tempo, oggi e domani, per fare meglio di Netanya. E anche se ieri, va detto, è mancato l'oro, loro, intesi gli azzurri, ci sono eccome.
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