Ibra, la nostra blanda serie A. E Raiola subito ministro

Ibra, la nostra blanda serie A. E Raiola subito ministro

Manca soltanto l'offerta su ebay o amazon. Per il resto Zlatan Ibrahimovic ha fatto il pieno, si propone e si dispone, sente nostalgia dell'Italia, ci vuole bene, non sa che Grillo chiede di lasciar fuori gli anziani dal voto, lui pur essendo in età di ritiro e pensione, a trentotto anni, è ancora vivo e vivace, come confermano i gol negli Stati Uniti d'America. In verità dietro il desiderio manifesto di un rientro in Italia c'è una sottile e furbastra considerazione: la serie A procede su ritmi dolci, vanno in gol signori ultratrentenni come Cristiano Ronaldo, Llorente, Dzeko, Ribery, Mertens, dunque c'è spazio per uno che ha frequentato le migliori squadre d'Europa ma si guarda bene di mettersi in vetrina nella Premier inglese, nella Liga spagnola o nella Bundesliga tedesca. Nessuno può mettere in discussione di Ibrahimovic che ormai gioca per passione non soltanto finanziaria, dal momento che ha già incassato l'utile per comprarsi tutta la Svezia, compresa l'Ikea. Significa allora che dovremo preoccuparci, scendere dalle nuvole, ritornare nel nostro domicilio e capire che va bene tutto, l'Italia è il Paese dell'accoglienza ma qui non si tratta di un caso umano, di un profugo, semmai sarebbe il primo caso di uno che lascia i dollari e l'America per cercare lavoro nell'Italia dell'euro. Ibrahimovic è un buon prodotto pubblicitario, scalda i tifosi, unisce Napoli e Milano, Torino e Roma, potrebbe essere utile a qualche squadre, come accadde con Roberto Baggio che, a trentatré anni, se ne andò a Brescia, dopo aver conosciuto un percorso analogo a quello di Ibrahimovic, Juventus, Milan, Inter.

Ma certe favole non sono destinate a ripetersi eppoi i numeri dicono la verità, i gol in carriera sono moltissimi ma gli anni, trentotto, non concedono speranze se non esibizioni e il calcio di oggi non può rischiare con l'album delle figurine. Nel caso positivo e clamoroso di un suo ritorno in Italia, applausi e feste per lui mentre un uomo solo dovrebbe essere candidato a ministro delle finanze e della creatività: Mino Raiola.

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