Immensa Paolini. Il trionfo del tennis giocato col sorriso

Gauff battuta in due set davanti a Mattarella: "Non mi sembra vero"

Immensa Paolini. Il trionfo del tennis giocato col sorriso
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C'era Mattarella, c'erano mamma e papà, c'era Sinner che tifava dall'area giocatori, il Foro Italico stracolmo e perfino Malagò e Binaghi a pochi seggiolini di distanza: tutto così straordinario. Jasmine Paolini caccia un urlo dopo l'ultimo servizio vincente, ed è la gioia irresistibile di una giornata indimenticabile: «Non ho parole, sono felicissima ed emozionatissima. Grazie al Presidente: qualche mese fa siamo andati noi con la coppa, adesso siamo riusciti a portare lui da noi. E grazie a tutti quelli che erano qui: è stato incredibile».

Crediamoci, un'italiana a Roma e che italiana: cade per recuperare una smorzata e, mentre tutti si preoccupano, si rialza con un sorriso. Il suo sorriso. Come non si può amare una regina così, insomma, quarant'anni dopo Raffaella Reggi sul trono degli Internazionali: allora si giocava a Taranto, perché il tennis era ai confini dell'impero, ieri invece è stato delirio al Foro, ed è stata - un'altra volta - roba da non poter nemmeno immaginare, solo fino a qualche tempo fa. Grande Jasmine, che ha usato i suoi otto anni in più, ma anche i suoi 17 centimetri d'altezza in meno, per annichilire Coco Gauff in due set. E non c'è stata storia, in 90 minuti di partita, un po' perché la nostra piccola grande Divina ha utilizzato aggressione e rotazioni per mandare in confusione l'avversaria, e un po' perché l'americana ha litigato tutta la partita col servizio finendo per fare collezione di doppi falli. E allora: 6-4, 6-2, e festa grande che ricaccia in cielo qualche gocciolina di pioggia.

«We are the Campions» canta Frida Bollani, e il popolo del tennis non si tiene, intonando perfino un coro per il presidente, quello con la P maiuscola, visibilmente emozionato pure lui. Sembra di raccontare un romanzo a lieto fine, ma in realtà questo un romanzo non è ancora finito, anzi: Jasmine oggi alle 12 giocherà anche la finale di doppio insieme a Sara Errani («anche se è presto venite, abbiamo bisogno di voi»), e poi da lunedì tornerà numero 4 del mondo. Non finisce di stupirci, così come ha fatto in un 2024 da incorniciare con le prime due finali Slam, il suo primo Masters 1000 e il successo in azzurro nella Billie Jean King Cup. E come ha fatto ieri, dopo il ribaltone al suo angolo: fuori Renzo Furlan, l'uomo che l'aveva fatta crescere portandola a un vertice lontanissimo da toccare, dentro Marc Lopez a far compagnia a una Errani ormai sempre più coach e meno giocatrice. «In fondo non cambierà molto - diceva Jasmine a inizio torneo -, di certo non il mio gioco. Dispiace dividersi, ma dopo tanti anni tendi a non ascoltare i consigli di chi ti è vicino da tempo. Vedremo come va».

Abbiamo visto, è stato un grande miracolo, ma ormai ai miracoli del tennis siamo abituati. E siccome, come dice papà Ugo, «quando vedi i figlioli felici li devi lasciar fare quelli che amano», continua a sorridere cara Jasmine. C'è la coppa, c'è la foto con Mattarella: «Non mi sembra vero». Neanche a noi.

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