Tra ombre cinesi, lite fra soci a suon di comunicati e titolo in borsa sospeso al ribasso dopo le incertezze legate a possibili nuovi ingressi nel club («ma per noi è motivo di orgoglio vedere gente interessata a entrare nel capitale sociale perchè vuol dire che stiamo lavorando bene», smorza i toni della polemica il dg Baldissoni che spiega come Pallotta fosse «infuriato per la fuga di notizie»),anche la Roma squadra sembra aver perso la magia delle prime dieci giornate. Tante occasioni create ma niente gol all’attivo, evento mai accaduto finora. E così con il Cagliari arriva il terzo pari di fila che sigla il definitivo sorpasso della Juventus, che viaggia a livelli record, ma soprattutto smorza gli entusiasmi dopo la serie monstre che aveva impressionato mezza Europa.
D’accordo,la truppa di Garcia non pare essere coinvolta nello scontro dirigenziale che rischia di cambiare gli equilibri al vertice del club di Trigoria e lo zero nella casella sconfitte resta tale, ma i meccanismi della bella macchina costruita dal condottiero di Nemours si sono inceppati di colpo –complice anche qualche calo fisico e l’assenza di capitan Totti che toglie un punto di riferimento importante in campo- così come la fortuna che sta abbandonando i giallorossi.
Il ritorno di Gervinho, assente dal 18 ottobre e da quell’infortunio rimediato con il Napoli, era visto come la panacea dei mali dell’attacco, incapace da allora di realizzare più di un gol a partita. E l’ivoriano,tornato con la qualificazione mondiale in tasca, ce l’ha messa tutta almeno nel primo tempo per lasciare il suo sigillo sul match. Garcia lo propone a tratti come falso centravanti del tridente leggero e lui risponde subito con un guizzo dei suoi che dopo 4 minuti fa sobbalzare i 39mila coraggiosi (serata freddissima) dell’Olimpico ed esalta le doti di Avramov, promosso titolare per i guai fisici di Agazzi, comunque in rotta con il club sardo. Quando poi l’attaccante africano colpisce il palo su cross di Dodò, si capisce che sarà una serata stregata. Si comincia nel segno del ricordo: prima il mazzo di fiori deposto da De Rossi sotto la curva sud in memoria di “fornaretto”Amadei, poi il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione in Sardegna ( gran parte del quasi milione di euro di incasso andrà alle popolazioni colpite). Il match registra un copione atteso a metà: la Roma cerca di fare la partita ma il ritmo non è mai altissimo e non riesce a venire a capo di un Cagliari ordinato anche se crea almeno tre occasioni (clamorosa quella di Strootman ipnotizzato da Avramov), il Cagliari non si limita a difendersi, anzi sfrutta qualcheazione in velocità con De Sanctis che toglie dalla linea di porta la zuccata di Ibarbo.
Nella ripresa la Roma resta in attacco ma non riesce a pungere (l’unico guizzo di Maicon con il solito Avramov attento), il Cagliari si vede annullato un gol di Rossettini ( fuorigioco di un metro) e tenta con Eriksson dalla distanza (volo plastico di De Sanctis a salvare la porta) mentre Garcia finisce in tribuna per una protesta di troppo. I cambi ordinati dal tecnico giallorosso non cambiano l’esitodellasfida,visto che Avramov fa l’ultimo miracolo su Burdisso sui titoli di coda nell'assalto finale. E in attesa dello sbarco cinese, il primato della Roma sfuma nel gelo dell’Olimpico tra la delusione generale.
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