La Juvlahovic si ritrova a sette punti dal Milan. È una notizia perché visti i precedenti, considerata l'assoluta mediocrità del gioco bianconero, l'assenza di idee di Allegri, la risalita juventina non sembrava possibile. Ma è stata tale per un solo motivo, anzi per un solo uomo, appunto Dusan Vlahovic che entra di diritto nell'insegna dell'azienda. Ventiquattro gol in ventiquattro partite, non si dovrebbe aggiungere altro, il serbo non è il valore aggiunto, è il solo valore, con De Light, di una squadra impiegatizia che anche ad Empoli ha subìto due gol, il primo, che di solito si vede nelle partite in spiaggia, quando si fa fatica a calciare il pallone sulla sabbia e i turisti in costume da bagno o bikini se la ridono.
Anche il raddoppio dell'Empoli è stato una gaffe di tutto il reparto difensivo bianconero. Vlahovic uno-due, ha ribadito di essere un fuoriclasse anche nel solito finale bianconero di affanno, tremori ma con il serbo guerriero tra mezze figure in campo e a bordo campo. Nella serata toscana un nuovo infortunio muscolare, quello di Zakaria, che aggiunge responsabilità alla preparazione atletica gestita da Folletti.
La Juvlahovic, con otto vittorie e cinque pareggi nelle ultime tredici, riduce lo svantaggio dalle due milanesi che giocano a non vincere, il Milan ancora intossicato dal Var ma nei trenta minuti successivi al fake gol dell'Udinese la squadra non ha dato segni di grande corpo, diversa l'immagine dell'Inter che molto costruisce ma poco raccoglie, mostrando un volto stanco e nervoso opposto a quello fresco, spigliato e divertente della prima parte di stagione.
Il derby di martedì sembra pieno di trappole nelle quali nessuna delle due può cadere, soprattutto i rossoneri che nella domenica successiva andranno a Napoli.
Proprio il gruppo di Spalletti stasera a Roma deve passare l'esame della Lazio, due squadre eliminate dall'Europa league ma con desideri di prendersi rivincite in un torneo italiano che è uno dei più modesti degli ultimi anni.
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