"Il mio Giro contro il tempo è un sfida a tutti i giovani"

A 34 anni può battere il record di Magni, maglia rosa più anziana. "Vengo da un anno difficile, ma sono in forma"

"Il mio Giro contro il tempo è un sfida a tutti i giovani"

È una corsa contro il tempo, anche perché Vincenzo Nibali pedala spedito verso le 35 primavere. Una corsa contro il tempo è anche il primo test di questa sera, sulle strade di Bologna che puntano San Luca, anche se poi di crono toste e cattive ce ne saranno ancora due: a San Marino, e il 2 giugno con il grande finale a Verona. Contro il tempo che passa è anche la sua sfida personale, perché se il siciliano dovesse mai riuscire nell'impresa di mettersi tutti alle spalle, beh, stabilirebbe il nuovo record rosa: nessuno ha mai vinto un Giro d'Italia alla sua età. Il record da battere è sempre quello di Fiorenzo Magni, che il tris del Giro lo calò nel 1955, quando aveva 34 anni, 5 mesi e 29 giorni; il siciliano potrebbe spostare il tempo un po' più in là: a 34 anni, 6 mesi e 19 giorni.

Vincenzo, si presenta al Giro nelle condizioni che voleva?

«Spero di sì. Ci siamo allenati bene come sempre, sono tranquillo. Bisogna vivere questa corsa giorno dopo giorno, affrontare le tappe con grande attenzione e cercare col team di essere il più uniti possibile».

Si parte con la crono di San Luca: peserà?

«È uno sforzo impegnativo, subito violento: l'importante sarà affrontarlo bene. Il risultato non sarà decisivo per la classifica finale, ma un Giro si vince mettendo un mattone alla volta».

In ordine di pericolosità, come mette in fila i rivali?

«Difficile distribuire stellette, la rosa dei possibili vincitori è ampia: di sicuro Dumoulin, Roglic, Landa e Simon Yates sono i più accreditati al successo finale».

Una tappa chiave?

«Non si può dire adesso, siamo solo alla vigilia: di tappe sorprendenti ne troveremo tante».

Tanti rivali, tanta pressione?

«Sono tranquillo».

Al Tour of the Alps ha cercato la vittoria, che non centra dalla Sanremo del 2018: le manca?

«Sì, mi manca il gesto di alzare le braccia sul traguardo: per un atleta è la cosa più bella. Vengo da un anno difficile, ho sfiorato il successo a fine stagione (al Lomabardia, 2° alle spalle di Pinot, ndr), al Tour of the Alps ci ho provato anche perché c'erano le condizioni e la forma per farlo».

Che Nibali è quello del 2019?

«Uno che è partito più tardi del solito, che ha lavorato tanto e bene ed è qui per ottenere un buon risultato. Non aggiungo altro, per scaramanzia».

A differenza di altri Giri, non è il favorito unico. Ed è tra i più anziani: la sua è una sfida ai più giovani?

«Non c'entra l'età, mi confronto col mio passato. L'ultima volta al Giro ho chiuso terzo a pochi secondi da Dumoulin e Quintana. Lo scorso anno ho puntato tutto sul Tour ed è andata male (caduto nella tappa dell'Alpe d'Huez, ha rimediato la frattura della decima vertebra toracica, ndr). Non guardo al limite dell'età, ma solo a ciò che posso fare io: venire qui a competere con tanti big rende il Giro più interessante, anche a livello internazionale».

Quante volte ha sognato di correre il Giro d'Italia con suo fratello Antonio?

«E' un'esperienza che ho già vissuto alla Vuelta: qui è la prima volta. È bello, particolare, anche se in gara non ci fai tanto caso».

La Bahrain che la accompagna è attrezzata?

«Da dove comincio? Antonio va bene in salita, poi ci sono faticatori come Bole e Koren per la pianura: hanno la mia età, sono esperti, sanno come ci si regola col vento e con la pioggia, che al Giro non manca mai. Garosio è un debuttante: lo scopriremo. Agnoli è esperto pure lui, sa come si prendono davanti le salite. Caruso ha già chiuso un Giro nei dieci, così come Pozzovivo, uno scalatore puro. Poi, se le squadre degli altri sono più attrezzate, magari prendono loro la responsabilità della corsa».

Come è stato il suo avvicinamento?

«Mi è già capitato

di arrivare al Giro senza aver vinto niente, il lavoro in altura non dà subito frutti. Anche Dumoulin sarà in grande condizione, ma anche lui è arrivato qui senza risultati. Tutti cercheranno di esser pronti quando conta».

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