Montella dopo la sfuriata «Ora vediamo la reazione»

Per vedere l'effetto che ha fatto il cicchetto di lunedì a Milanello, con annessi e connessi, non c'è molto da aspettare. Basta dare un'occhiata al Milan stasera (col rischio di nubifragio) impegnato a Marassi, per capire se le scudisciate di Vincenzo Montella hanno colto nel segno. Lui, il napoletano dal sorriso soave e dalle parole dolci ma dai metodi decisi quando serve, non ha «né confermato né smentito» quel duro e spigoloso processo a porte semi-chiuse svelato dai giornali prima di schierarsi al fianco dei suoi, «io sono un fedelissimo dei calciatori» perché in pubblico un vero capo non deve scaricare le colpe sul resto della truppa. «La reazione negli allenamenti c'è stata, adesso è tempo di dimostrarla in partita: voglio vedere rabbia, orgoglio e responsabilità». Ecco le nuove parole d'ordine in uno spogliatoio dove da anni, con 6 allenatori bruciati in tre stagioni, si insegue il mito della rinascita che appare e scompare come un'insegna pubblicitaria. «Sento dire che manca da sempre, anche quando ero calciatore io, la personalità»: rifugiarsi in qualche luogo comune è forse il metodo migliore per uscire dalle curve di una crisi che sembra infinita e che in assenza di vigorosi rinforzi della rosa è piuttosto complicato da debellare.

Poi, a causa di qualche infortunio (Antonelli), squalifica (Kucka), indisponibilità (De Sciglio) oltre che di uno stato di forma discutibile (Poli), Montella è costretto a offrire agli stessi protagonisti della deprimente sconfitta con l'Udinese il pronto riscatto. È il caso di ricorrere al proverbio napoletano: l'acqua è poca e la papera non galleggia. Sono poche le alternative a disposizione del tecnico e perciò anche i discussi Abate e Montolivo («è naturale che siano i più criticati») possono guadagnarsi nella serata genovese l'occasione per voltare pagina. Può tornare Niang in attacco gratificato da un «non si deve accontentare», può retrocedere a centrocampo Bonaventura che proprio in quel ruolo, nella sfida recente della Nazionale di Ventura, in sodalizio con Antonelli, ha realizzato le giocate migliori. Nel frattempo è sempre da Bacca che cominciano e finiscono i tormenti dell'attacco rossonero.

Così per la prima volta dal ballottaggio inevitabile con Lapadula ecco spuntare a sorpresa la candidatura dell'ex Pescara che si è dimostrato più utile e più reattivo rispetto al colombiano. Bacca e Montella in proposito hanno avuto un chiarimento ieri pomeriggio e la spiegazione ufficiale sarà turn over. La Samp di Giampaolo gioca un bel calcio e può diventare un cliente pericoloso.

FORD

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