È morto Joao Havelange. Fu presidente Fifa per 24 anni: creò il Mondiale a 32 squadre

Si è spento all'età di 100 anni l'ex presidente Fifa Joao Havelange. A lui è dedicato lo stadio Olimpico di Rio dove Bolt ha vinto l'oro nei 100 metri

È morto Joao Havelange. Fu presidente Fifa per 24 anni: creò il Mondiale a 32 squadre

Prima come atleta, poi (soprattutto) come dirigente ha fatto la storia del suo paese. Il Brasile piange Jean-Marie Faustin Goedefroid de Havelange, più noto come Joao Havelange, morto ieri a 100 anni a Rio, città in cui era nato e che gli ha dedicato lo stadio Olimpico dove in queste ore si stanno disputando le gare di atletica dei Giochi. Havelange partecipò a due Olimpiadi, prima come nuotatore poi come giocatore di pallanuoto, vincendo una medaglia. Ma viene ricordato soprattutto per essere stato il re della Fifa per 24 anni, prima di abdicare lasciando il posto a Joseph Blatter. A lui va il merito di aver portato a 32 il numero di squadre partecipanti ai Mondiali di calcio.

Nato l'8 maggio del 1916, figlio di un commerciante belga che aveva fatto fortuna in Brasile, prese parte come nuotatore alle Olimpiadi del 1936 e come giocatore di pallanuoto a quelli del 1952. La carriera di dirigente sportivo cominciò a fine anni 50 quando diventò membro del Cio. Nello stesso periodo e fino al 1975 fu presidente della Federcalcio brasiliana. Da presidente vinse due mondiali, quello del 1958 e quello del 1962.

Fu eletto alla presidenza della Fifa l'11 giugno del 1974, battendo al ballottaggio il presidente uscente Stanley Rous per 68 voti a 52. Nei 24 anni trascorsi alla presidenza della Fifa riformò i Campionati mondiali di calcio aumentando il numero delle squadre partecipanti: in pochi anni, sotto la gestione di Havelange, il Mondiale passò dalle classiche 16 squadre a 24 nel 1982 in Spagna e addirittura a 32 nel 1998 in Francia.

Sin dall'inizio degli anni Ottanta sono emerse voci circa un suo possibile coinvolgimento in vari episodi di corruzione. È stato presidente onorario della Fifa dal 1998 al 18 aprile 2013, quando si è dimesso in seguito ad un altro caso di corruzione per la vendita dei diritti in esclusiva sui Mondiali.

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