Oggi Sinner può battere Alcaraz e l'ipocrisia

Oggi Sinner può battere Alcaraz e l'ipocrisia
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Di solito uno è simpatico fino a quando non comincia ad essere migliore di te. È la secolare legge dell'invidia: capita sempre con il vicino di scrivania, figuriamoci se non succede con un rivale nello sport. Eppure qualcuno si è stupito delle parole di Carlos Alcaraz, rilasciate ai media spagnoli alla vigilia del grande scontro di Roma con Jannik Sinner: «Non posso essere amico di chi desidero battere». Nel tennis questa verità è stata spesso nascosta con l'idea che in realtà bisogna odiare la pallina, più che l'avversario. Ma è solo retorica: il tuo nemico è dall'altra parte della rete. Lo sono stati, per dire, Federer e Nadal finché la vecchiaia sportiva li ha uniti, anche nell'antipatia non del tutto sopita di entrambi per Djokovic. E così è stato prima di loro tra chi lottava per il trono del tennis. Insomma, bando all'ipocrisia: la finale di oggi alle 17 sul Centrale del Foro Italico sarà una battaglia senza esclusioni di colpi. Alcaraz è stato sincero, e bisogna dargliene atto: quando aveva invitato Sinner ad allenarsi ad Alicante alla vigilia del primo trionfo di Jannik agli Australian Open (Natale 2023), l'amicizia c'era ancora, ma era roba da ragazzi. Il tempo, e il caso Clostebol, hanno tracciato un solco. Soprattutto il fatto che lo spagnolo non abbia mai chiamato il collega durante i tre mesi di sospensione: «Ognuno guarda a se stesso: capisco la sua delusione nei confronti di chi non si è fatto vivo, ma rispetto le scelte di tutti».

Il calore, già, è un'altra cosa (Alcaraz d'altronde non lo ha mai dimostrato in questi ultimi mesi, e di sicuro gli rode di essere ancora dietro nel ranking), ed è normale che sia così. Per questo l'undicesimo Sinner-Alcaraz (6-4 fin qui per lo spagnolo), magari potrà non essere il più bello, ma sarà il più spietato. Il primo di un futuro di inevitabile inimicizia. MLomb

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