Sette lettere: rimonta. Quella che la Juventus vorrebbe proseguire venerdì al Maradona. Napoli capolista, Signora all'inseguimento. In un'occasione che, se colta, regalerebbe prospettive tutte nuove sia ai bianconeri che agli altri inseguitori. Ci sta tutto, nell'avvicinamento a una partita del genere: fiducia e ottimismo, ma anche un pizzico di timore che non può non riguardare entrambe le squadre. Tradotto: se il Napoli vincesse portandosi a +10 dalla squadra di Allegri, sarebbe poi difficile immaginarne un crollo a beneficio di Danilo e compagni. Viceversa, se a imporsi fossero questi ultimi, è facile immaginare l'entusiasmo che ne ricaverebbero e, di contro, la frustrazione di chi dominata la corsa tricolore fino alla sosta per i Mondiali si sentirebbe braccato.
Vale tutto, insomma. Per un match che si presenta da solo. Che la Juve affronta con una consapevolezza ritrovata e la convinzione di poter essere competitiva anche senza avere recuperato appieno tutti i suoi big. Pur se Di Maria e Chiesa non hanno ancora i novanta minuti nelle gambe, i due hanno per esempio già dimostrato contro l'Udinese di poter fare la differenza: Allegri ringrazia e non vede l'ora di poter abbracciare anche Pogba (ieri parzialmente in gruppo) e Vlahovic, giusto per rimanere ai big. Di contro Spalletti, conquistato il titolo di campione d'inverno in anticipo, si gode Osimhen capocannoniere e spera di ritrovare il miglior Kvaratskhelia senza doversi accontentare della copia un po' opaca vista dopo la ripresa. Potrebbe anche saltare fuori un pareggio e, al netto di come si svilupperà la gara, sarebbe il Napoli a gioirne superando un esame di maturità non indifferente. Peraltro, da quando è cominciata la cavalcata juventina, quella di Spalletti è stata la squadra a reggere di più dal momento che ha perso soltanto tre dei dieci punti di margine accumulati in precedenza.
La Juve in ogni caso si sente forte e, viste le difficoltà incontrate nella prima parte di stagione, ha margini di crescita forse maggiori di tutti. Spostando lo sguardo all'orizzonte con vista sulla volatona di primavera, non va poi nemmeno trascurato l'effetto che potrà avere la ripresa delle coppe: Napoli negli ottavi di Champions contro l'Eintracht Francoforte (21 febbraio e 15 marzo), Juve agli spareggi di Europa League contro l'abbordabile Nantes e quindi con un turno in più da superare volendo centrare l'obiettivo grosso: quoziente di difficoltà inferiore, ma anche il guaio di dover giocare sempre il giovedì sera con possibili ripercussioni sul rendimento in campionato.
Anche per questo, i ragazzi di Allegri puntano a battere il ferro finché è caldo: accorciare il più possibile le distanze adesso offrirebbe loro il lusso di potersi concedere magari una mezza battuta a vuoto più avanti.
Scudetto ed Europa League, incrociando le dita sulle possibili decisioni della giustizia sportiva, sono adesso entrambi nel mirino: non era il menù originariamente sognato, ma non sarebbe certo un bilancio da buttare via.
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