Ringhio e una partita che ha perso due volte

Gattuso dice sempre quel che pensa, pure troppo. Oggi c'è Fiorentina-Napoli quasi da doppio ex. E lui è sul mercato

Ringhio e una partita che ha perso due volte

Ultima giornata di campionato, arriva il Verona già salvo, se fa tre punti Gattuso è in Champions. Facile. Rrahmani segna al quarto d'ora della ripresa, nove minuti e Faraoni fa l'1-1, Napoli in Europa League, Gattuso a casa. Ma non è andata proprio così. La voce che gira da gennaio lo da cacciato indipendentemente dall'ingresso nell'Europa vera, Aurelio De Laurentiis non lo vuole più, caratteri incompatibili. Nell'ipocrisia delle botteghe del calcio, Rino Gattuso non troverà mai la porta d'ingresso, anzi non l'ha mai cercata.

Adesso a Napoli c'è la naturale euforia da primo posto ma certe frasi, anche del capitano, non sono belle: Adesso c'è Spalletti e la differenza con chi l'ha preceduto è notevole, dopo Ancelotti e Gattuso finalmente ora c'è disciplina. Chi lo ha preceduto? Rino Gattuso? Disciplina? Un giorno il campione del Mondo ha raccontato un aneddoto nella sua prima stagione al Milan. Finito l'allenamento ha un impegno improrogabile e decide di farsi la barba dentro lo spogliatoio. È di fretta e finito di radersi si dimentica di ripulire il lavandino, sta per andarsene, arriva Billy Costacurta che gli da uno schiaffetto: Qui non si lasciano le cose in disordine.

Rino l'ha presa come lezione eterna, finiti i tempi da breveheart ai Rangers, al Milan ci rimane una vita, adesso le tira lui le dritte da capitano e quando Adriano Galliani lo spedisce fa: Io sono cento volte milanista più di lui. E si chiude alle spalle la porta rossonera in eterno, ci torna, certo, quando se ne va Galliani. Dice che da buon calabrese gli piace parlare, nessuno glielo vieta, può anche parlare tutto il giorno basta che non dica niente. È così che si fa, ma Rino neanche si sforza d'imparare, dice quello che ha in testa e non stabilisce un contatto diretto col contesto in cui si trova. Va per immagini, è un impressionista, mette giù il cavalletto e sciabola a modo suo. Altra storia quando lo vuole Rocco Commisso alla Fiorentina. Firma per due anni a tre milioni a stagione, gli assicurano che potrà fare e disfare, tipo manager all'inglese, c'è bisogno di uno che non le manda a dire, fiducia piena. Il contratto firmato è li sulla scrivania, inizia la campagna acquisti della squadra che nelle ultime stagioni ha fatto onestamente pena. Rino fa dei nomi, uno su tutti è Sergio Oliveira, regista del Porto, uno dei migliori in circolazione, viene via a poco, 12 milioni e sbarca a Firenze, tutti convinti. C'è un piccolo particolare, è della scuderia di Jorge Mendes, uno che decide squadre di mezza Europa, va da Commisso e gli dice: Dodici milioni e ve lo porto, poi ce ne vogliono otto per me.

Finimondo, Mendes dice che c'è anche la Roma, lo vuole Josè Mourinho, Commisso a ragione s' impunta, qualcuno gli soffia all'orecchio che anche Gattuso ha Mendes come procuratore e guarda caso tutti i calciatori che ha chiesto sono di quella scuderia. Allora è un complotto! Vero o non vero, Gattuso ha preso Mendes da pochi mesi, non ci sono precedenti ad avvalorare questa tesi, sta di fatto che lui e Commisso non si incontrano più, si vedono e si sentono in video conferenza, poca diplomazia, roba da avvocati, dopo una ventina di giorni da quel contratto rimasto sulla scrivania del patron viola, Rino saluta, non si può neppure parlare di esonero, non è mai stato l'allenatore della Fiorentina. Ma arriva la Premier, lo vuole il Tottenham Hotspurs, gli ha telefonato Fabio Paratici fresco dirigente, i due si conoscono bene, l'ex Juventus lo convince senza insistere troppo, aria nuova, lì sì che potrà fare il manager a tutto campo. C'è solo un particolare, un episodio di tanti anni prima durante un incontro fra Milan e londinesi quando Gattuso, folle, tira una craniata in faccia al loro vice allenatore Joe Jordan, lo squalo, e lo stende. Casino inverecondo, ma chissenefrega, roba vecchia, acqua passata, il calcio è pieno di episodi di fair play come questo. Invece no, i tifosi degli Spurs hanno memoria lunga, una presa di posizione sui social che sfocia in un hashtag che non da scampo, Gattuso non lo vogliono, omofobo e razzista, ingiurie che gli fanno male: Certe falsità vengono da Twitter e Facebook, il web è pericoloso, non posso neppure difendermi, non ho profili e non ne voglio avere.

Cosa avrebbe detto? Esce di tutto, forse un giorno a domanda diretta sulla violenza degli uomini sulle donne ha risposto fuori tempo: Bisogna capire cosa c'è dietro, mica sempre a uno gli prende la voglia di fare cose che non si devono fare. Nel politically correct non funziona, si deve seguire l'onda, al minimo far finta di starci, Rino non ne è capace, sbaglia? Di sicuro non si fa del bene, Paratici, dice lui, non lo protegge, salta anche il Tottenham, e anche qui non si tratta di esonero, lui i londinesi non li ha mai allenati. Fa: Noi calabresi siamo fatti così, permalosi, anch' io lo sono, vorremmo cambiare ma non facciamo niente per provarci, vivere alla giornata è un po' il nostro difetto, se uno nasce quadrato non muore tondo.

Adesso è su piazza, a spasso, forse se l'è giocata male, all'estero non ci vuole andare dicono gli amici, ma neanche è lì a gufare una panchina in serie A. Oggi c'è Fiorentina-Napoli, escluso sia sulle tribune del Franchi, non è da lui, nel caso vedrebbe Italiano al posto suo contro i primi in classifica che adesso sì che si divertono. Mica quando c'era lui.

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