Scommesse sportive, Paddy Power: “Scommettere è divertimento”

Intervista a Alessandro Allara, direttore della comunicazione dell'agenzia di scommesse Paddy Power, unica ad aver annunciato Tevez alla Juve 20 giorni prima degli altri

Scommesse sportive, Paddy Power: “Scommettere è divertimento”

Tevez alla Juventus per 12 milioni di euro. Ora è ufficiale, ma il 7 giugno, in tempi non sospetti, gli unici che hanno dato la notizia in anticipo sono stati quelli di Paddy Power, l'agenzia di scommesse sportive (e non) nata nel 1989 in Irlanda.
Addirittura la certezza dell'acquisto del calciatore argentino era tale per cui hanno pagato a livello internazionale le quote in anticipo agli scommettitori.
Abbiamo deciso di parlare con il direttore della comunicazione di Paddy Power, Alessando Allara, interrogandolo sul caso Tevez e più in generale sul mondo delle scommesse sportive.

Riguardo al caso Tevez, siete riusciti ad avere l'esclusiva grazie a “hooks” (ganci) inglesi. Marotta però, una settimana dopo la vostra dichiarazione, aveva annunciato che la Juventus non avrebbe partecipato ad aste per l'Apache. Cosa c'è dietro?
L'informazione che avevamo noi era affidabile e dava l'accordo tra le due società per l'Apache. Le dichiarazioni della Juventus sono state forse strategiche, considerando anche la trattativa in ballo per Jovetic. Per quanto riguarda noi non c'è strategia, anche perché è la prima volta che lanciamo un'esclusiva di calciomercato.

Ma com'è che Paddy Power è arrivata a queste fonti e non ci sono arrivati altri?
Noi siamo molto diversi dagli altri bookmakers. Molte delle informazioni che riusciamo a raccogliere provengono dalla nostra presenza forte sui social network attraverso il blog, la pagina di Facebook, Twitter e Youtube. Possiamo inoltre contare su una serie di informatori, giornalisti, opinionisti e addetti ai lavori che ci danno una mano.

Come si muovono i bookmakers?

Le scommesse sul calciomercato sono un mondo a parte, di solito i bookmakers si concentrano su eventi sportivi. Il lavoro del bookmaker si basa sostanzialmente su statistiche e sulla sua capacità di indovinare quale quota il cliente cerca e dunque si tratta di prevedere ed elaborare il prezzo giusto.

Sia per il caso Tevez, sia per la vittoria del Manchester United in Premier League, avete pagato in anticipo le scommesse (“early pay out”). Puoi spiegarci meglio?
Quando vediamo che una squadra o un concorrente (come è successo con l'elezione di Obama) è così avanti rispetto ai concorrenti, allora ci prendiamo il rischio di pagare prima, così da permettere al cliente di pensare prima alla prossima scommessa.

Nella finale di Champions tra Barcellona e Manchester United avete deciso, attraverso Facebook, di far decidere agli stessi scommettitori la natura della scommessa. Puoi spiegarci meglio?
Sì, abbiamo scelto quello che in gergo si chiama “money back special” usando il social media, ovvero quali scommesse perdenti rimborsare nel momento in cui si verifichi un determinato evento. Per quanto riguarda la finale di Champions, abbiamo chiesto su Facebook ai clienti (all’epoca oltre mezzo milione di persone) quale fosse il money back special che avrebbero voluto e loro hanno scelto la vittoria del Barcellona. I blaugrana hanno ovviamente vinto e così abbiamo rimborsato più di 3 milioni di euro.
Così non ci perdete di più di quello che guadagnate?
Diciamo che è in parte il modo migliore di fidelizzare i clienti e rassicurarli sulla possibilità di avere una seconda chance.

Paddy Power ha fatto una cosa nuovissima in Italia, ovvero il “justice pay out”. In occasione della partita Juventus-Catania, finita con la vittoria esterna grazie ad un clamoroso errore arbitrale in favore degli juventini, Paddy Power ha deciso di pagare tutte le quote. Ci puoi spiegare meglio?
Sapevamo che i clienti che avevano puntato sulla vittoria del Catania o sul pareggio, avrebbero probabilmente vinto se non fosse stato per questi fattori esterni e così ci è sembrato corretto pagare tutte le quote.
Con questo non intendiamo sostituirci all'arbitro ma ci limitiamo a giudicare solo eventi clamorosi come il gol di mano di Henry contro l'Irlanda. Diciamo che offriamo al cliente una sorta di polizza assicurativa in caso di fatti eclatanti.

Non c'è il rischio di perdere il senso dello sport come puro interesse?
Non sono d'accordo, innanzitutto perché la scommessa sportiva è il prodotto di gioco meno compulsivo; in secondo luogo, perché è un ingrediente di adrenalina che si aggiunge alla visione della partita. Il caos della scommesse non è infatti partito dall'Italia, ma dall'Asia. Nel sistema italiano è praticamente impossibile truccare, perché i clienti sono tracciati con codice fiscale e legge anti-reciclaggio. Ricordiamoci inoltre che l'evento sportivo ha nelle scommesse sportive una suo elemento vitale (ad esempio le corse dei cavalli sono nate con le scommesse e sono parte integrale dell'evento). Le scommesse fanno parte della vita di tutti i giorni, farle con i soldi non ne cambia la natura né la dignità. A differenza di altri giochi basati sui numeri, qui l'engagement e l'entertainment sono assicurati, perché si mettono in gioco delle competenze, delle esperienze che vengono dalla passione per un determinato argomento.

Qual'è la situazione del mercato delle scommesse sportive in Italia oggi?
Il mercato italiano è in continua evoluzione. Alcune novità sono l’ampliamento dell’offerta di giochi di casino, l’estensione dell’offerta di scommesse sportive ed il betting exchange, ovvero le scommesse tra clienti. Il problema principale, però, in Italia è il rispetto delle regole. La chiave per avere un mercato solido è quella di liberalizzarlo e di imporre delle regole. Dovrebbe infatti esserci maggiore liberalizzazione nell'offerta, nell'accessibilità e nella vincita, ma solo assicurando regole e maggiore chiarezza su cosa si può fare e non. Oggi non c'è un sistema correttivo delle violazioni e questo alimenta il business delle scommesse illegali, che in Italia rappresenta circa il 100% del mercato delle scommesse sportive. Inoltre l'Italia è l'unico Paese, insieme alla Francia, che ha una tassazione sul fatturato delle scommesse sportive (mediamente il 3.5%) e non sul margine, andandoci così a penalizzare il prodotto rispetto alle organizzazioni illegali che non devono inserire la percentuale di tassazione nella quota. In Italia è comunque forte la predisposizione all'avanguardia nell'e-gaming (il gioco online).

Quali novità ci saranno nel settore delle scommesse?
Oggi un concessionario legale deve attenersi ad un palinsesto che i monopoli di stato pubblicano ogni settimana, ma fra due mesi l'amministrazione aprirà una nuova opportunità normativa: offrire scommesse personalizzate che saranno comunque approvate precedentemente dal regolatore. Inoltre stiamo dialogando per modificare la norma per cui la quota che c'è nel contratto è la quota valida a prescindere da variabili precise e gravi, e mi riferisco esclusivamente al caso di problemi tecnici che possono impedirci di modificare le quote o ad errori palesi di inserimento.

Il rapporto tra i bookmakers con le società sportive com'è?
Siamo un'importante fonte di ricavi per le società sportive, dal momento che le società di bettingsonouno dei top spender nella pubblicità in generale e nella sponsorizzazione delle società sportive. Siamo per loro sostanzialmente un’opportunità.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Rinforzare la nostra presenza nel mercato a livello di scommesse mobile e online, ampliamentodell'offerta (Bingo, scommesse virtuali e poker) e focus sul betting e scommesse personalizzate.

Avete in programma qualche sponsorizzazione a grande club?
Stiamo valutando nuovi

scenari, tra cui la possibile presenza importante nello sport anche di categoria superiore rispetto alla Serie B dove abbiamo lavorato quest’anno. Per il momento nulla da ufficializzare.

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