Se per fare lo scoop Mentana salva il campionato

Il tg di La7 anticipa la notizia sugli arresti in Serie A. Ma lo scoop su quello di cui tutti parlano non si realizza

Se per fare lo scoop Mentana salva il campionato

Oggi, forse. Probabilmente domani. Ma ci sono anche possibilità per il giorno appresso. Enrico Mentana ha suonato la tromba, strumento preferito del suo repertorio, le manette sono pronte, il calcio trema, scendono in campo gli arresti, mezza serie A finisce al gabbio, i club rischiano la serie B e il fallimento, è lo tsunami.
La notizia fa il giro delle redazioni, dei bar, degli spogliatoi ma, soprattutto, delle procure alle quali gli ascolti di La7, tiggì e annessi, non interessano affatto, preferiscono l’ascolto dei testi chiamati a deporre e a spiegare l'accaduto. Ma è ormai la prassi, l'importante è arrivare per primi, annunciare il Natale con un mese di anticipo, celebrare un anniversario, compleanno e affini, precedendo di una settimana i concorrenti.

Mentana Enrico ha battuto se stesso, già aveva annunciato, controllare archivi e registrazioni, la svolta epocale delle indagini sulle scommesse, già aveva suonato la tromba sugli arresti senza che lo scoop si realizzasse nelle ore successive. Il campionato può essere falsato (o salvato, pensando alle conseguenze che avrebbe provocato il terremoto preconizzato dal Tg serale di La7) da un annuncio taroccato, precoce, interruptus? Gli indagati, appresa la notizia davanti ai teleschermi, sono già in fuga?

L’aneddotica giornalistica è piena di casi analoghi, per sdrammatizzare segnalo un titolo a nove colonne di Sport Sud, anni sessanta, che strillava: «Sivori al Napoli». Il passaggio dell'argentino dalla Juventus al club partenopeo non si realizzò in quell’estate. L’anno dopo, stesso giornale, stesso titolo, proprio identico, uguale epilogo, Enrique Omar cabezon restò a Torino. Al terzo tentativo l’audace titolista aggiunse finalmente il trionfo: «Sivori al Napoli, stavolta è vero»

Non so se Enrico Mentana e la sua orchestra capiranno la battuta e la provocazione, sta di fatto che ormai la corsa allo scoop crea guai e allergie ai giudici che della stessa vicenda si occupano. Per esempio la facilità con la quale si strillano certe notizie del mondo sportivo, calcistico in particolare, non ha uguali quando si tratti della politica, laddove gli equilibri e le amicizie, si fa per dire, vengono osservati e tutelati. Quando c’è di mezzo il football saltano le marcature, anche nelle procedure e nei procedimenti.
Calciopoli non è servita a nulla, la procura federale prima dorme e poi parte all’attacco, chiede le carte a quella ordinaria, interroga, prepara la sentenza, condanna, si lava la coscienza per poi venire smentita o ridimensionata dall’esito delle indagini del processo penale. La prescrizione salva personaggi e interpreti di pari censo a quelli che invece subiscono la pena, i giudici che a Bari e a Cremona stanno seguendo le storie di scommesse e partite addomesticate scoprono che, contemporaneamente al loro lavoro, gli indagati vengono convocati dai giudici federali, la confusione regna sovrana, l'accavallamento di inchieste provoca irritazione, anche in procura si corre a chi arriva primo.

È il delirio di potenza, è la voglia volgare di esibizione, la giustizia viene

calpestata nei suoi principi basilari.
Oggi ne sapremo di più. Forse. Oppure domani. Comunque quando arriveranno gli arresti sarò curioso di vedere se qualcuno ricorderà il titolo di Sport Sud e urlerà: «Stavolta è vero».

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