È bene non scomodare la storia. Questo Manchester United-Milan non somiglia per nessun motivo ai suoi precedenti di Champions league e coppa Campioni che han dato lustro ai due club e coltivato il senso di appartenenza delle rispettive legioni di tifosi. Per sedersi al tavolo di quel Milan spettacolare, come ammette lo stesso Stefano Pioli, c'è bisogno di molto cammino e di qualche fuoriclasse in più da allevare. «Abbiamo tanta strada da fare - Come ha spiegato qualche tempo fa Paolo Maldini - serviranno almeno due anni di fila in Champions per cominciare ad avvicinarsi a quel modello». E non vale nemmeno rammentare che la sfida si celebra questa volta sotto le insegne dell'Europa league.
C'è di più, molto di più, nel tracciare il fossato tra ieri e oggi. C'è lo spessore del Milan attuale che si presenta all'Old Trafford, mitico stadio, teatro di quel trionfo al cospetto della Juve (maggio 2003) che ancora oggi viene sbandierato in faccia agli juventini disperati per l'ennesima uscita dalla coppa dalle grandi orecchie, in condizioni precarie. Ibra, Theo Hernandez, Rebic, Calhanoglu, Bennacer, Mandzukic e persino Hauge (fuori lista) sono rimasti a Milanello per continuare le cure in vista di futuri recuperi. Anche i Red devils, retrocessi dalla Champions dopo il girone iniziale, non sono al meglio: Cavani e Rashford inutilizzati, Henderson in porta. «Sono rimasto molto impressionato dalla prova nel derby, ci sarà bisogno di giocare al massimo per non farci schiacciare» è la raccomandazione del tecnico costretto a tenere da parte anche Romagnoli in difesa (convocato ma non schierato per il pestone rimediato durante l'ultimo allenamento). Lo United è reduce dal successo nel derby col City che è una delle maggiori soddisfazioni della tribù dopo anni di promesse tradite e spese pazze incapaci di garantire risultati adeguati.
Il Milan di stasera, allora, si ritrova nelle stesse condizioni di Verona, senza mezza squadra di titolarissimi così che Stefano Pioli può rivolgere ai superstiti una riflessione condivisa. «Fino a oggi, nei momenti difficili, siamo riusciti invece che farci travolgere dalle onde negative, a cavalcare le onde positive. L'esito della sfida dirà se sarà sufficiente a guadagnare un risultato positivo» è il suo prezioso realismo.
Accompagnato, nell'occasione, anche da un sano modello di gestione dell'emergenza. Perché è perfettamente inutile forzare i recuperi o addirittura schierare senatori con i muscoli segnati, meglio puntare sulla generazione di mezzo che a Verona ha offerto spunti interessanti.
Ma sarebbe anche illusorio immaginare che quello stesso Milan, con Dalot e Meitè, con Krunic e Leao, sia capace di tenere testa alle cariche degli inglesi senza dover ricorrere alle prodezze di Donnarumma o alla tenuta della coppia centrale di difensori, Tomori e Kjaer, i quali hanno qualche conoscenza del calcio inglese e del ritmo infernale che spesso determina la straordinaria differenza con il nostro calcio, appesantito da tatticismo e difensivismo estremo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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