La stanza di Mario Cervi

Con l’avvento di Pisapia, troppo spesso piazza Duomo sembra la corte dei miracoli, si trova di tutto, giovani dei centri sociali e le loro mamme ex femministe in disarmo per raggiunti limiti d’età, pensionati trasformisti sempre pronti a qualsiasi manifestazione o sagra, basta un po’ di musica, fingere di essere insieme (come a uomini e donne della terza età), neppure sanno perché e per chi sono presenti, se poi approntate loro un bus ed una mangiata sono pronti a tutto. Vestirsi in arancione, giallo, bianco...

va tutto bene basta promettere loro qualcosa passano dagli orti dove poche settimane fa battevano le mani alla Moratti al sorridere beati alle esternazioni di Pisapia; abbiamo poi extracomunitari, sfrattati, musulmani in cerca di moschee, rom in cerca di appartamenti o borse da svaligiare, gay, transgender, insomma l’importante è indossare qualcosa di arancione, ridere dimostrando che si è felici perché il nuovo è giunto e soprattutto l’essenziale è: non essere lavoratori, non essere onestamente in una casa in affitto o di proprietà, non essere eterosessuali, non aver contratto matrimonio con persona di diverso sesso... Insomma vogliamo un Sindaco anche per noi, grazie (mi piace il risotto giallo, ma per protesta non lo mangerò più).
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