la stanza di Mario CerviEleggiamo soltanto chi vuole alleggerire il Palazzo

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Altro che «farsi guidare dal bene comune e dall'interesse collettivo», come caldeggiato da Giorgio Napolitano nel messaggio di fine anno. La nostra classe politica si fa trattare con i guanti, non facendosi mancare proprio nulla. Compresa una clinica di vaglia dalle parti di Palazzo Madama dove i senatori possono monitorare, senza sborsare un euro, il loro stato di salute. Milioni di italiani si vedono tagliati i servizi essenziali negli ospedali, dove per avere una Tac puoi attendere anche quindici mesi.
Belluno

Caro Da Sacco, sapesse da quante lettere simili alla sua siamo sommersi, nei giornali. Le meritatissime invettive contro gli scandalosi, sontuosi e costosissimi privilegi della Nomenklatura si susseguono da anni con esito nullo o quasi nullo. Tra poco, nelle elezioni politiche e amministrative avremo tuttavia - dopo tante sprecate - una nuova occasione per far dimagrire la politica. Non pretendo che la mia sia un'idea inedita e magari nemmeno che sia una buona idea. Ma se per iniziativa di cittadini si chiedesse che i partiti candidassero solo chi s'impegna a varare prestissimo - entro mesi, con effetto immediato e non a scadenza remota - alcune misure, forse staneremmo un po' gli egoismi di Palazzo. Le misure indispensabili sarebbero due: il dimezzamento del numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, il dimezzamento delle loro indennità.

Gli aspiranti al seggio di deputato o di senatore dovrebbero sottoscrivere l'impegno, estensibile agli aspiranti consiglieri regionali. Chi non ci sta non entra in lista, e chi poi viola l'impegno è cacciato. Elementare Watson. E proprio per questo irrealizzabile.

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