la stanza di Mario CerviNo, Angela Merkel non sta vendicando la sconfitta di Hitler

Dott. Cervi, la Germania è stata duramente punita dopo la seconda guerra mondiale, considerando tutto il popolo tedesco complice e unico responsabile delle cose più terribili avvenute durante il conflitto. Le sue città rase al suolo, le sue donne violentate, i suoi prigionieri fatti morire di fame nei campi di concentramento, il suo territorio amputato, la sua parte orientale occupata dividendo lo Stato in due, la sua capitale divisa per 38 anni da un muro di concentramento e di morte. Oltre a ciò, a decenni dalla fine della guerra, sono state avanzate numerose richieste di risarcimenti di danni. Non le sembra logico, e piuttosto umano, che la Germania si sia stufata di questo processo e voglia rispondere mettendo sotto accusa gli altri Paesi europei per la loro cattiva amministrazione pubblica e per il loro mancato sviluppo?
Roma

Caro Mollicone, mi pare fuorviante accostare quell'immane tragedia che fu la seconda guerra mondiale, scatenata da Hitler, agli attuali contrasti nell'ambito dell'eurozona. Fuorviante se le nefandezze del nazismo e i diktat economici di Angela Merkel sono visti come prove analoghe d'un perenne imperialismo di Berlino, fuorviante se i comportamenti della cancelliera trovano giustificazione non in una normale e dura dialettica internazionale ma nelle crudeltà del passato. Se Angela Merkel è in torto lo è per fatti attuali, non per i crimini delle SS, se altri governi le si oppongono è perché ritengono sbagliata la sua strategia, non perché la Berlino democratica debba scontare le colpe d'un regime efferato, e per fortuna cancellato. Ribadisco. Se Angela Merkel ha buone ragioni per mettere sotto accusa i governi farfalloni dell'Unione Europea, le buone ragioni rimangono tali nonostante le Fosse Ardeatine e Marzabotto. E se sono cattive ragioni, le sofferenze patite dal popolo tedesco non le giustificano. Aggiungo a queste un'ultima osservazione.

L'Italia non dovrebbe partecipare al «Germania delenda est» nel nome di un antifascismo e d'un antinazismo retorici perché della belva tedesca fu alleata, e tale rimase finché divenne chiaro che Hitler aveva perso. Lo zelo lasciamolo ad altri che hanno le carte più in regola.

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