Un grido di dolore! Una preghiera rivolta ai produttori televisivi e agli operatori della cinematografia italiana da parte di molti italiani del sud e del nord: basta con film e fiction imperniati su camorra, mafia, 'ndrangheta! Basta con questo penoso tour di schifezze! Basta con la mortificazione di un Paese che ha portato la civiltà nel mondo quando gli altri popoli vivevano nelle grotte! Basta con la rappresentazione delle peggiori caratteristiche di poche persone che distruggono l'immagine sana, intelligente e simpatica di un popolo che potrebbe essere felice, anche con pochi soldi. Basta mandare in giro per il mondo messaggi raccapriccianti con Gomorra, Scampia, i Casalesi! Non è neo-realismo! È solo infima speculazione della situazione tragica! Si crede di far trionfare la giustizia, di mettere in risalto la parte buona dell'italiano, ma invece, agli occhi di alcuni giovani, l'eroe da imitare è fondamentalmente quello negativo, il duro, il prepotente, quello senza cuore. L'eroe è quel giovane che «è stato sparato!».
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Non nego, ci mancherebbe, che nei proclami e nelle manifestazioni antimafia e anticamorra vi sia spesso alcunché di rituale, di declamatorio, di propagandistico. Esistono i professionisti dell'antimafia e dell'anticamorra, se n'era accorto - molto prima e molto più autorevolmente di me - Leonardo Sciascia. Quando l'impegno contro la criminalità organizzata diventa strumento politico perde ogni nobiltà, si riduce a bassa bottega elettorale. A questo voglio tuttavia aggiungere un paio di cose. La prima è che l'insistenza con cui registi e romanzieri descrivono le truci vicende di padroni e padrini non è una caratteristica italiana. Nell'autofustigazione gli americani sono stati e sono maestri. Nessun vizio nazionale è da loro risparmiato. La seconda è che lo sforzo di non insistere troppo sugli aspetti negativi della società italiana rischia di riportarci a passate omissioni e illusioni. Al divieto fascista di dare notizia dei suicidi. Ai tempi in cui insigni magistrati negavano che in Sicilia ci fosse la mafia e affettavano sorpresa se qualcuno gliene parlava. Esiste un'Italia onesta di brave persone, chi lo nega. Non credo tuttavia che in determinate aree mafia, camorra e 'ndrangheta siano proprio una faccenda di poche persone.
Il fatto che la gente italiana abbia dato un apporto fondamentale alla civiltà non può essere un alibi per i criminali, né giustificare gli attacchi della folla a polizia e carabinieri quando un capocosca viene arrestato. Nonostante Dante, Machiavelli, Cesare Beccaria e Manzoni, è bene che queste cose si sappiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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