Washington - "So help me God". E Barack Obama è ufficialmente il 44esimo presidente degli Stati Uniti, il primo afroamericano nella storia del Paese. "Obama, Obama!", ha urlato la folla in tripudio. Così, davanti a oltre due milioni di persone, in una giornata tersa e di freddo gelido, Obama ha giurato nelle mani del presidente della Corte suprema John Roberts, con la mano sulla Bibbia di Lincoln sorretta dalla moglie Michelle. "L'America - ha detto Obama - ha preferito la speranza alla paura, l'unità di obiettivi al conflitto e alla discordia". E il motto è: "Il mondo è cambiato, cambieremo anche noi".
Il cerimoniale Nel primo pomeriggio Obama è uscito, mano nella mano con la moglie Michelle, dalla chiesa di St. John's, dove il reverendo T.D. Jakes ha celebrato la messa. I due si sono subito diretti alla Casa Bianca dove hanno avuto una colazione con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e la first lady Laura. Il corteo di 13 vetture, tra auto della polizia e limousine, ha percorso lentamente il breve tratto di Pennsylvania Avenue che separa la chiesa su Lafayette Square e la Casa Bianca. Le vetture sono entrate nel giardino e Bush, accompagnato dalla first lady Laura in tailleur grigio perla, è uscito ad accogliere personalmente il suo successore. Presenti anche il vicepresidente eletto Joe Biden con la consorte Jill. Dopo aver preso un caffé nel salotto azzurro della Casa Bianca e aver salutato dal portico la folla che gridava oltre la cancellata della residenza presidenziale, Bush e Obama sono saliti insieme sulla limousine presidenziale che li ha condotti a Capitol Hill, lungo Pennsylvania Avenue. Raggiunto il Campidoglio, Obama è stato accolto da un boato dei circa due milioni di persone presenti.
L'arrivo al Campidoglio Due milioni di persone col fiato sospeso. Due milioni di persone in attesa di vedere Obama giurare. Due milioni di persone in ansia di voler cambiare pagina. Il nuovo avanza. Tra i primi ad arrivare George H. W. Bush e sua moglie Barbara, vestiti con la stessa sciarpa di colore viola. Al fianco del padre dell’attuale presidente sono arrivati anche Bill ed Hillary Clinton, accolti da un grande applauso; la ex first lady e futuro segretario di Stato indossava un cappottino blu elettrico con collo sciallato. Subito dopo di loro anche l'ex presidente Jimmy Carter, in ottima forma, ha preso posto tra le prime file delle tribune autorità. Carter è il più anziano, in termini di elezione, tra gli ex presidenti in vita. Infine è toccato al presidente uscente George W. Bush. Tra i vip presenti anche gli ex vicepresidenti degli Stati Uniti. Primo fra tutti il premio Nobel Al Gore che ha preso posto accanto a Dan Quayle, vice all'epoca di Bush senior, e Walter Mondale. Presente anche l'attuale vicepresidente Dick Cheney in sedia a rotelle per uno stiramento muscolare.
Il giuramento sulla bibbia di Lincoln Il presidente eletto Barack Obama è salito sul palco del Campidoglio per diventare il 44esimo presidente degli Stati Uniti. L'ingresso di Obama è stato salutato da un boato della folla in tripudio e dallo sventolio di milioni di bandiere. "Obama, Obama", urla la folla. A precederlo sul palco la moglie Michelle, che ha in mano la Bibbia di Abraham Lincoln, sulla quale Barack Obama giurerà. Il volume è utilizzato per la prima volta dal 1861, dal giuramento di Lincoln, ed era custodita alla Library of Congress. Dopo che la leggendaria cantante soul Aretha Franklin ha cantato My country 'tis of thee, il primo a giurare di fronte al giudice della Corte Suprema John Paul Stevens è stato Joe Biden diventando, così vicepresidente degli Stati Uniti.
Obama è presidente Come tutti i suoi predecessori almeno negli ultimi 80 anni, Obama ha invocato l'aiuto di Dio al termine della formula di giuramento presidenziale prevista dalla Costituzione. "So help me God (che Dio mi aiuti, ndr)", ha detto Obama dopo aver ripetuto, di fronte al presidente della Corte Suprema John Roberts, la formula del giuramento: "Giuro solennemente che adempirò fedelmente all'incarico di Presidente degli Stati Uniti, e preserverò, proteggerò e difenderò, al meglio della mia capacità, la Costituzione degli Stati Uniti". L'invocazione a Dio, che la tradizione fa risalire al primo presidente, George Washington, è stata contestata da organizzazioni di atei, che avevano anche avviato un'azione legale per farla rimuovere dalla cerimonia del giuramento. L’emozione, tuttavia, tradisce Obama, e il presidente nel momento del giuramento "inciampa" sulla parola 'lealmente', sotto il sorriso affettuoso di Michelle, ed il giudice Roberts la fa scandire di nuovo.
Il discorso di Obama "Ricostruiamo questo Paese". Obama ha chiesto nel discorso dell'insediamento agli americani di rimboccarsi le maniche per "ricostruire l'America" perché "dovunque guardiamo c'è lavoro da fare". Un appello a tutto il Paese dal momento che "l'America è una nazione di cristiani, musulmani, ebrei, indù e non credenti". Insomma, un discorso diretto a tutti. Il neopresidente si rivolge, infatti, anche a "quei leader islamici nel mondo che cercano di seminare zizzania o che danno all'Occidente la colpa dei mali delle loro societa". E ha promesso: "Tenderemo loro la mano se sono disposti ad aprire il pugno". "L'America è amica di tutti i popoli e di tutte le nazioni, uomo, donna e bambino che cerca un futuro di pace e dignità - ha aggiunto Obama - in questo spirito siamo pronti a essere di nuovo leader". Da qui la promessa di "ritiro responsabile delle truppe dall'Iraq" e di costruire "una pace duramente meritata in Afghanistan". Obama ha, quindi, detto che generazioni prima di lui avevano compreso che la sicurezza della nazione viene non dall’usare il potere "come ci pare" ma dal suo "uso prudente". Ha aggiunto che il paese si rafforza attraverso "la giustezza della causa" e la "forza dell'esempio". Obama si è impegnato a lavorare con "vecchi amici ed ex nemici" per ridurre la minaccia nucleare e "far arretrare lo spettro di un paese in guerra".
Un taglio con il passato Nel discorso dell'insediamento Barack Obama ha respinto le "false scelte" tra "governo grande e piccolo" o tra "sicurezza e ideali", o ancora se il mercato "sia una forza buona o cattiva". "Quel che i cinici non hanno ancora capito è che il terreno gli è franato sotto i piedi. Che gli argomenti politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non valgono più. La domanda da farsi oggi non è se il governo è troppo grande o troppo piccolo ma se funziona". Ma non si è fermato qui. "Né la domanda - ha aggiunto Obama - deve essere se il mercato sia una forza buona o cattiva: il suo potere di generare ricchezza e espandere la libertà è senza rivali, ma questa crisi ci ha ricordato che senza un occhio attento i mercati possono perdere il controllo e una nazione non può prosperare quando favorisce solo chi è prospero". Obama ha detto anche che in materia di difesa la scelta non può essere tra sicurezza e ideali: "Gli ideali dei Padri Fondatori sono ancora la luce del mondo, non ci rinunceremo per opportunismo".
L'addio di Bush Alla fine della cerimonia Obama e la moglie hanno accompagnato George W. Bush e l'ex first lady all’elicottero che li porterà alla base Andrews da dove con uno dei 747 presidenziali raggiungeranno il Texas.
Ai piedi della scaletta dell'Executive One (un tempo noto come Marine One) l'ex presidente e il suo successore si sono abbracciati e hanno scambiato poche parole, mentre le due signore si sono strette la mano. Obama ha atteso che si accendessero i motori per dirigersi verso il Campidoglio, per la firma dei documenti di insediamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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