Stavolta Mou ce l’ha col Milan e il «viziato» Balotelli

nostro inviato ad Appiano Gentile

«Sono contento per Leonardo, il Milan e l’Italia. Due imprese storiche: vincere al Bernabeu e perdere in casa con lo Zurigo». Una delicatezza di qui e un’altra di là: «Balotelli? Lui gioca, sono obbligato a farlo giocare».
Vigilia di Inter-Catania, Cambiasso, Milito e Thiago Motta non convocati per problemi fisici, Samuel per turnover, Eto’o sta meglio, Balotelli sicuro: «La squadra saprà chi gioca un’ora e mezza prima della partita». Tranne Balotelli, lui lo sa già. Ma Josè ha deglutito prima di entrare pesante sull’argomento: «Lui ha fatto una partita fantastica a Genova, poi una settimana di lavoro pessima. Qual è il problema? Non credo sia solo di Balotelli - ha precisato Josè -. Ci troviamo davanti a un problema generazionale, così come mi ha spiegato l’allenatore della nostra squadra Primavera. Magari i ragazzi sono più vittime che colpevoli, contano la Bentley, la cifra dell’ingaggio, il procuratore, le persone che li circondano e non sanno farli maturare. Vent’anni fa erano ragazzi che parlavano e pensavano come uomini, oggi se ne trovi uno così puoi gridare al miracolo».
Josè non è entrato nei particolari neppure quando ha confessato di aver avuto un lungo colloquio con Davide Santon: «Lui è stato obbiettivo e molto diretto. Ho capito cosa mi ha detto, lui è stato molto sincero».
È la risposta all’utilizzo a piene mani dei giovani talenti nerazzurri come il diciannovenne sloveno Rene Krhin. Josè ne ha parlato quasi con sofferenza, aveva garantito un loro graduale inserimento, ha dovuto rivedere il progetto: «È una eccezione trovare un giovane di 18 o 19 anni che si accontenta della sua macchinina e non pensa alla Ferrari».

Non è un problema di oggi e neppure italiano, Josè ha raccontato la storia del brasiliano Carlos Alberto, autore a diciannove anni del primo gol del Porto nella finale di Champions 2004 contro il Monaco: «Calciatore spettacolare, carriera già scritta, è tornato al Corinthians, poi alla Fluminense, un anno al Werder, poi ancora San Paolo, poi Botafogo e Vasco da Gama, adesso non so neppure io che fine abbia fatto, e ha solo 24 anni».
Obbligato a mettere in campo Balotelli, più complicato Santon perché Samuel verrà rilevato da Cordoba e troppe cose a Josè non va di cambiarle ma Davide gli piace.

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