Stazioni a Levante: Nervi è la perla, Quarto resta ferma al Risorgimento

Al via l’inchiesta de «il Giornale» per dare le pagelle alle condizioni degli scali ferroviari cittadini

Stazioni a Levante: Nervi è la perla, Quarto resta ferma al Risorgimento

Comincia oggi un'inchiesta a puntate per verificare le condizioni delle stazioni ferroviarie genovesi: da quelle più grandi e frequentate a quelle minuscole e semisconosciute. Un viaggio attraverso luoghi che ogni giorno - per migliaia di pendolari, turisti e semplici viaggiatori - sono sì stazioni, ma di un calvario. Ma che talvolta, inaspettatamente, nascondono anche gradite sorprese.
Genova Nervi: voto 9
Che la stazione ferroviaria di Nervi sia attrezzata per accogliere al meglio i turisti in cerca di sole o in visita ai celebri parchi, lo si intuisce da un indizio inequivocabile: in quante altre stazioni liguri, per ingannare l'attesa del treno, ci si può stampare da soli le fotografie appena scattate con la macchina digitale? A Nervi, c’è una macchinetta fai-da-te, per trasferire su carta gli scatti conservati su cd e memory card.
Ma è la stazione nel suo complesso - con invidiabile vista su mare e passeggiata - a essere un punto di sosta ideale per chi si accinge ad attendere serenamente un treno.
All'esterno, in fondo a un viale di palme, ecco due bar: uno è specializzato in aperitivi, l'altro con ampio dehors e tavolini. C’è pure il gelato sfuso. Attorno, giochi per bimbi e slot per adulti. Nella tabaccheria dentro la stazione si può invece giocare al Lotto, l'edicola accanto vende pure libri e ricariche per cellulari. E biglietti, anche se per quelli c'è la biglietteria a fianco (in funzione, comunque, c'è sempre quella automatica). Mettendosi in coda, si sorride anche, leggendo un cartello che - in una stazione - invita a «non stazionare». Uno scherzo? Chissà.
Per i viaggiatori che aspettano il treno, sul primo binario la sala d'attesa è accogliente: pareti verdi, soffitti stuccati, al centro un tavolone di marmo che pare uscito da un negozio d'antiquariato. Persino i servizi igienici, con piastrelle eleganti color pastello, sono puliti.
Per questa stazione, l'unico neo (ma per trovarlo si deve davvero fare uno sforzo) è forse la scarsa disponibilità di posteggi. A parte quelli a pagamento, ovviamente.
Genova Quinto: voto 7
Il primo approccio con la stazione di Quinto non è incoraggiante. Il vetro della porta d’ingresso è spaccato, una delle due biglietterie automatiche (le uniche presenti) non funziona, le scritte imbrattano il cartello con le date in cui vengono eseguite le pulizie, le automobili posteggiate sul piazzale impediscono quasi di entrare.
Una sensazione nel complesso sgradevole, che svanisce non appena si arriva sul primo binario: qui, in due locali fino a qualche anno fa abbandonati, dei volontari hanno costruito un plastico dove modellini di treni fedelmente riprodotti scorrono su metri e metri di mini binari, attraverso gallerie, case e città. Tutto in miniatura, e tutto costruito dai volontari dell'associazione ferro-modellistica Expò Trains.
«Con le Ferrovie noi non c'entriamo nulla» precisano subito. Al limite, ammettono di essere una sorta di custodi della stazione. Infatti, da anni, in cambio dell'uso di due locali, i volontari tengono in ordine tutta la stazione: puliscono e tinteggiano scale e sale d'aspetto, tagliano l'erba dai marciapiedi, riparano i servizi igienici.
È soprattutto per merito loro che alla stazione di Quinto - con il pavimento in graniglia alla genovese nella sala d'aspetto e il verde delle piante a dare un po' di colore sul secondo binario - tutto sommato, aspettare il treno può diventare anche piacevole.
Genova Quarto: voto 6
Il panorama che attende chi esce dalla stazione di Quarto, è lo stesso che - nel 1860 - si trovarono di fronte i Mille al seguito di Garibaldi, quando si imbarcarono per la famosa spedizione: la stazione si trova a pochi metri dal Monumento. Proprio quella impresa riecheggia ancora nella scritta che campeggia sui binari della stazione, là dove arrivano e partono treni. E recita: Genova Quarto dei Mille. Reminiscenze storiche a parte, però, la stazione riesce a fatica a emergere dall'anonimato. Tre binari - due raggiungibili tramite un sottopasso con le pareti fasciate di marmo ma male illuminato - e due biglietterie automatiche. Un po’ poco.


Affacciato sul piazzale, dove almeno una cinquantina di auto hanno la garanzia del posteggio, c'è anche un bar, con veranda esterna coperta, tavolini e parcheggio riservato. E a fianco, la sede del circolo tennis Quarto. Per i viaggiatori, uno dei pochi servizi graditi è all'ingresso: l’un ufficio postale, con annesso un bancomat.
(1- continua)

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