La studiosa «Quella definizione è da abolire»

L’ex ministro Padoa-Schioppa coniò il termine, annunciando in Parlamento che voleva «mandarli via da casa». E piovvero subito proteste e polemiche. Il ministro Brunetta voleva fare addirittura una legge apposita per renderli autonomi a 18 anni. In un modo o nell’altro, il termine «bamboccioni» è diventato uno dei cliché più ricorrenti nel linguaggio corrente della politica e del giornalismo. Ma è anche un termine odiato. Che oggi qualcuno chiede di riporre in archivio. «Basta banalizzazioni: la parola “bamboccioni” andrebbe abrogata dal nostro linguaggio». Ne è convinta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell’Istat, uno dei coordinatori del rapporto annuale presentato ieri.

«Il quadro della popolazione giovanile - aggiunge - è molto critico: 300mila giovani occupati in meno nell’ultimo anno, aumentano i disoccupati inattivi, abbiamo una scarsa competenza rispetto agli altri paesi europei e tassi di interruzione scolastici elevati». «Possibile - si chiede - che si parli ancora di bamboccioni nonostante in piena crisi cresca la percentuale di giovani che vogliono uscire dalla famiglia di origine?».

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