Il Tar accoglie il ricorso di Sgarbi «Venerdì torno a fare l’assessore»

Gli avvocati: «Una rimozione non motivata. Va reintegrato»

È la fine dell’inizio. O l’inizio della fine, dipende dai punti di vista. Una cosa è certa: il numero 200803045. Numero della sentenza con il cui il Tar ieri pomeriggio ha accolto il ricorso di Vittorio Sgarbi contro Letizia Moratti. L’8 maggio scorso il sindaco, rientrato da un viaggio diplomatico in Bulgaria, consegna un personale pacco regalo a Sgarbi per il suo compleanno: lo convoca e gli comunica il «licenziamento». «Rilevato che l’assessore Vittorio Sgarbi ha assunto in varie occasioni, anche pubbliche, un atteggiamento non consono ai doveri di pubblico amministratore e considerato che lo stesso assessore ha tenuto comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del sindaco e della giunta è venuta meno la fiducia». La goccia che ha fatto traboccare il vaso? La puntata del primo maggio di Anno Zero in cui l’iracondo critico aveva ricoperto di insulti - se pur a suo avviso per una nobile causa, la difesa di Umberto Veronesi - Marco Travaglio. Certo anche la penultima goccia aveva avuto un suo peso: quella delibera sul festival del teatro omosessuale, di cui l’assessore «Pierino» aveva cambiato in Liberi amori possibili per farla passare in giunta (il 18 aprile). «Avevo cambiato il titolo della rassegna per togliere l’orgoglio ai gay, proprio perché non esiste un teatro omosessuale. L’avevo fatto per far sì che la rassegna avesse il patrocinio del Comune, evitando ulteriori polemiche» aveva detto il 30 aprile.
Ieri l’inaspettata svolta. Il Tar della Lombardia, infatti, ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Fiorenza Betti e Giampaolo Cicconi contro la revoca della nomina di assessore al critico d’arte dalle mille risorse. «Il provvedimento dell’amministrazione - spiega l’avvocato Cicconi - presentava un difetto di comunicazione: ogni provvedimento amministrativo deve essere motivato, mentre dire “è venuta meno la fiducia del sindaco” non spiega per quali motivi». Ma si trattava di un atto politico... «No, solo le alte cariche dello Stato possono revocare un incarico con un atto politico. Il sindaco, invece, può emettere solo provvedimenti amministrativi». Cosa succederà adesso? «Due le possibilità: la Moratti può ricorrere in Consiglio di Stato o accettare la sentenza e reintegrare Sgarbi nella giunta». Sgarbi cosa farà? «Torno immediatamente a fare l’assessore - dice da Salemi -. Niente dimissioni dunque? Non ci penso nemmeno. Sono stato licenziato su due piedi, come un cameriere, quando invece il mio lavoro è stato ritenuto da tutti eccellente. Venerdì andrò in giunta con tutta crudeltà. Non voglio però nemmeno tradire Salemi, dove sto meglio che a Milano. A breve troverò una soluzione». «No comment» rispondono da Palazzo Marino.

Ecco allora che la fine dell’inizio è lo scenario in cui il neosindaco di Salemi Sgarbi, ora integrato nella giunta, mette fine alla sua esperienza siciliana o l’inizio della fine, nel senso che Sgarbi ricomincia il lavoro in piazza della Scala dalla fine, da dove l’aveva lasciato.

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