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Telefono caldo: bolletta da 2,5 milioni

Dai prodotti igienici ai sandwich serviti durante le sedute più lunghe, ecco i dati più curiosi sulle uscite. Calano lievemente solo luce e gas

da Roma

Naturalmente tra le uscite previste anche nel bilancio 2006 ci sono i soliti 50mila euro per «prodotti igienici», che i cronisti con una certa perfidia attribuiscono al consumo di carta igienica ma che riguardano anche disinfettanti, deodoranti eccetera: a dire il vero nel 2005, a conti fatti, se ne è consumati per 55mila euro. Comunque non si può dire che a Casa Montecitorio non si cerchi di risparmiare. L’astronomica bolletta della luce dovrebbe scendere a 3,5 milioni dai 3,6 dell’anno passato, nelle previsioni almeno; quella dell’acqua da 360mila a 300mila euro, e, confidando in un inverno più mite, da 860mila a 680mila quella del gas.
E vogliamo prendere il telefono? È rimasta invariata la cifra per la telefonia fissa: 2,5 milioni erano nel 2005 e 2,5 sono rimasti nel 2006; qualche decina di migliaia di euro in più per i telefonini, 650mila euro invece dei 625mila del 2005. Quanto meno un gesto di buona volontà.
Alla voce «spese per acquisto di beni e materiali di consumo» sono contemplati 1,6 milioni di generi alimentari (erano un milione 615mila: risparmio preventivato 15mila euro) e 1,6 milioni per articoli di cancelleria (1,9 nel 2005). Complessivamente l’aggregato di spesa che va sotto il nome di «acquisto di beni e servizi» complessivamente è di 175,5 milioni. Trenta milioni 905 mila se ne vanno in affitti degli immobili (un po’ meno dei 31,1 milioni dello scorso anno). Che altro? Be’, per le Commissioni, Giunte e Comitati vari lo stanziamento destinato alla «ristorazione esterna» - tramezzini e bibite da consumarsi nelle riunioni - è di 20mila euro (l’anno scorso se ne sono divorati per 35mila euro); 10mila euro di brioche, caffè eccetera sono a disposizione per le «attività di inchiesta parlamentare»; e altri 10mila nelle attività per la «verifica dei risultati elettorali».
Le spese più consistenti comunque riguardano i 166 milioni per i deputati, cui si aggiungono 122 milioni di assegni vitalizi - in pratica le pensioni - per gli ex deputati (+4,48 per cento). Mentre i rimborsi agli onorevoli cessati dal mandato saranno pari a 1,4 milioni di euro (saliti del 25,5 per cento).
Come tutte le aziende che si rispettino, tuttavia, anche a Montecitorio il grosso delle uscite riguarda i dipendenti. Nell’anno in corso la Camera spenderà 212 milioni di stipendi che con contributi e oneri arriveranno a 252 milioni (più 3,86 per cento). E pagherà 158,9 di pensioni (qui l’aumento è del 4,9 per cento).
Quest’anno in ogni caso c’è una novità. La discussione e l’approvazione del bilancio preventivo del 2006, insieme al consuntivo 2005, non risultano «calendarizzate» nei lavori dell’aula. Se ne riparlerà alla riapertura a settembre.

Gli addetti ai lavori dicono che il governo Prodi su questa materia non avrà bisogno di porre la fiducia.

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