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Indigestione Sinner

Ogni respiro di Sinner diventa notizia. E questo, purtroppo, rischia persino di renderlo antipatico. Lui che antipatico non è. Ma lasciarlo giocare (e vivere) in santa pace sarebbe chiedere troppo?

Indigestione Sinner

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Sinner mangia un gelato, Sinner si allena coi ragazzini, Sinner regge l’ombrello alla raccattapalle, Sinner non vuol giocare a ping pong con l’inviato delle Iene, Sinner ci ripensa e gioca a ping pong con le Iene. Ormai non passa giorno senza che non ci siano decine e decine di articoli sul campione altoatesino. È normale, fa parte del gioco. Interessa tutto quello che fa, pensa, dice, non dice. Se alza la gamba, se l’abbassa, se starnutisce o fa qualcosa di strano. Nonostante i chilometri di inchiostro e i miliardi di post che lo riguardano sui social lui continua ad essere una persona normale, un campione che non si è montato la testa e pensa solo ad allenarsi e migliorare. Il problema sono i media, che hanno montato un circo mediatico imbarazzante.

Vanno bene le partite e gli allenamenti, le notizie sugli stati di forma, gli infortuni, gli avversari, i premi vinti, gli avanzamenti nel ranking e tutto il resto. Ma qui si sta davvero esagerando. Ogni respiro (di Sinner) diventa notizia. E questo, purtroppo, rischia persino di renderlo antipatico. Lui che antipatico non è e si presta a tutti: selfie, autografi, sorrisi, battute. Non dice mai di no.

C’è il rischio che un giorno possa sbottare e dire basta? Pensiamo di no. Ha una capacità di controllo e una forza mentale incredibile. L’ha dimostrato fino ad ora, in campo e fuori.

Ma non sarebbe meglio un po’ di silenzio e parlare di lui solo quando gioca? Impossibile, gli algoritmi esigono che si parli di lui, sempre e comunque. Sinner “funziona” come brand e Sinner deve essere citato.

Avanti con le "notizie" su di lui, anche quando di notizie non si tratta.

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