Caro direttore,
tutti oggi parlano di testamento biologico; ma nessuno si rende conto che è una boiata pazzesca? Io, oggi, sano di mente e di corpo, capace di intendere e di volere decido che se vado in coma irreversibile debbo essere lasciato morire perché oggi proprio in quanto sano di mente e di corpo considero quella vita una totale e inutile schifezza. Domani in coma irreversibile ci vado veramente; non mostro segni di coscienza, sono lì come un vegetale, ma chi mai può sapere se in quel crepuscolo io non percepisca gli stimoli esterni, non oda le voci di chi mi sta attorno, non goda delle carezze e non mi attacchi disperatamente a quel brandello di vita che mi è rimasto? Chi può mai sapere o capire che io in quel momento magari sto rinnegando con tutte le mie forze residue quel testamento fatto da un io completamente altro dall'io che sono in questo momento e che forse sono atterrito dall'idea che a quel maledetto foglio sia data esecuzione? Tutti gli altri eventuali errori da me commessi, matrimonio, carriera, figli, sono suscettibili di correzione con divorzio, dimissioni, ma questo, forse il più tremendo, no. E questa sarebbe una prova di civiltà?
Definire il «testamento biologico» una boiata pazzesca è un po troppo. Ma sicuramente le sue riflessioni meritano attenzione, caro Fausto. È vero: tutte le decisioni della vita possono essere modificate, corrette, sovvertite. Quella del testamento biologico, invece, nel caso, sarebbe irreversibile. Eppure quante volontà abbiamo visto cambiare in punto di morte? Quante certezze sono crollate ad un passo dallappuntamento finale? Se me lo chiedessero oggi, per esempio anchio direi di staccare le macchine. Non vorrei mai essere un problema per i miei cari, non vorrei trasformarmi in un dramma quotidiano impossibile da sopportare.
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