La teste finita sul banco degli imputati

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Cominciò a parlare nel 1995 ed è passata alla storia processuale di Mani pulite con il nome, altisonante, di teste Omega. Stefania Ariosto sta alla base dei tre grandi processi «politici» nati a Milano negli anni Novanta: l’Imi-Sir, il Lodo Mondadori, la Sme. Lei sapeva o sosteneva di sapere tanti segreti inconfessabili perché negli anni Ottanta e fino a quel fatidico 1995 era stata la fidanzata dell’avvocato Vittorio Dotti, legale di punta del gruppo Fininvest insieme a Cesare Previti.

Sono passati dieci anni, ma il bilancio della sua collaborazione è quantomeno controverso: ci sono le lodi, per carità, da parte dei giudici di primo grado dell’Imi-Sir e della Sme 1, e però poi le critiche serrate, anzi la quasi sconfessione da parte del collegio, guidato da Francesco Castellano, che ha assolto Berlusconi nel secondo troncone della Sme. Contemporaneamente, l’Ariosto è stata rinviata a giudizio ed è ora sotto processo con l’accusa di aver calunniato il giudice Rosario Priore: in aula, come parte civile, è stato ammesso Cesare Previti.

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